Cultura e Spettacoli

Quell'altro ramo del lago di Como ha molto da raccontare sull'architettura

Una mappa delle eccellenze del territorio, fra archeologia industriale e natura

Quell'altro ramo del lago di Como ha molto da raccontare sull'architettura

Su quell'altro ramo del lago di Como ci sono percorsi culturali ancora tutti da indagare. Nella città lombarda nota per la Cattedrale, il broletto, il rigoroso Tempio Voltiano, gli interventi marcati del Terragni (vedi alla voce Monumento ai Caduti sul lungolago), altre fisionomie artistiche sono presenti. E «Fisionomie Lariane» s'intitola infatti l'interessante progetto di ricerca sviluppato dalla commissione cultura dell'Ordine degli Architetti di Como per indagare l'identità del territorio, disegnando mappe che valorizzano gioielli architettonici e naturalistici poco noti ai più o dimenticati. Sono mappe fisiche (ma se cliccate su sito fisionomielariane.it potete cominciare anche virtualmente il percorso), ma soprattutto progetti di ricerca declinati a favore del grande pubblico, solitamente allergico a questa strana disciplina - l'architettura - che sa stupire quando realizza monumenti di forte impatto visivo, ma che spaventa quando diventa troppo tecnica.

Novocomum, la sede dell'Ordine degli Architetti della provincia di Como, è invece uno spazio che merita attenzione: troverete mostre come quella appena realizzata su Mario Asnago e Mario Vender che, come duo AsnagoVender, hanno letteralmente disegnato i profili di tante ville della zona con un estro che ha smorzato l'eccesso di razionalismo, sempre rispettosi dell'ambiente circostante tanto da generare tetti che si confondono con i profili delle vicine colline, per non parlare dei dettagli degli interni, dove la funzionalità di certe forme (sedie, finestre, scale) è frutto di un intelligente lavoro di progettazione. Siamo tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, quando si lavorava a mano - matita, china e tavoloni da disegno - e tutto era artigianale.

L'indagine sulle creazioni del duo Asnago Vender nella zona (da vedere l'edificio per abitazioni Belvedere e Villa Brenna a Como, Villa Marelli a Cantù) è soltanto uno dei capitoli di «Fisionomie Lariane» per riscrivere la geografia del territorio partendo da quattro direttrici (acque, tracce, attività, insediamenti) alla scoperta di gioielli architettonici e naturalistici da valorizzare. E se la Pietra Pendula di Torno è già una meta per escursionisti, così come l'Orrido di Nesso, ci sono luoghi come la Filanda di Brenno o il Mulino di Baggero che meriterebbero più visite.

Anche nei pressi del lago, oltre a insediamenti come Villa d'Este e Villa Erba che hanno fatto la storia di queste rive ben prima della colonizzazione americana, cinese e russa per le vacanze o le feste private, ci sono veri e propri spazi di archeologia industriale, come il setificio di via Castelnuovo, che ospita il Museo didattico della Seta e testimonia, con la sua complessa distribuzione dei volumi, quanto l'architettura dei luoghi di lavoro abbia favorito il glorioso passato dell'industria tessile comasca.

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