Cultura e Spettacoli

The Race, la serie tv che sorride all’apocalisse con una gara in stile Mad Max

The Race, serie tv di Sky, racconta di una nuova ondata di zombie e della ricerca della libertà grazie ad un’incredibile gara

The Race, la serie tv che sorride all’apocalisse con una gara in stile Mad Max

Su Sky e Now Tv c’è The Race, serie tv inglese che racconta di una pazza corsa per la libertà in un futuro distopico, ma nonostante il dramma poco convincente la serie si rivela essere piacevole da vedere.

La trama di The Race

Siamo in Inghilterra, in un futuro non meglio precisato ma non troppo diverso dal nostro presente. Come in molti futuri che vediamo al cinema o nelle serie tv, anche questo è distopico a causa di un terribile virus e di un conseguente regime imposto alle persone per la loro sopravvivenza. Il virus in questione porta alla trasformazione degli esseri umani in creature simili a zombie, refrattari alla luce del sole, e quindi nascosti durante il giorno, con la notte si muovono liberamente, pronti ad attaccare i malcapitati che non hanno rispettato il coprifuoco. Dopo il tramonto solo le ambulanze e la polizia possono circolare, ma una volta all’anno le cose vanno diversamente. Max Larssen, giovane e misterioso miliardario, aveva compreso l’arrivo del virus e si è organizzato di conseguenza comprando un’isola nel Sud del Pacifico, un luogo sicuro in cui ricreare una società libera da zombie e restrizioni. Le porte del “nuovo mondo” sono aperte, ma non a tutti: per farne parte bisogna vincere una pericolosa gara clandestina attraverso un percorso di 1.000 chilometri. Annualmente Larssen raduna quindi i nuovi pretendenti che si presentano in venticinque squadre per una sfida senza esclusione di colpi, in palio c’è la libertà. Il grande nemico in The Race, tuttavia, non è da rinvenire nel virus o nella squadra avversaria, ma nella potente compagnia farmaceutica Brooke Heath, capace di tutto pur di tenere nascosto il suo legame con questa malattia che trasforma l’uomo in mostro.

The Race, da Io sono leggenda ad Hunger Games

Nello sfondo di questa incredibile gara che ricorda il cartone animato “La corsa più pazza del mondo” c’è un’Inghilterra in versione La notte del giudizio a causa del coprifuoco, a cui si aggiungono, inevitabili, i riferimenti ad altri racconti legati sia alle creature notturne che alla competizione organizzata da Max Larssen. Per quanto riguarda i mostri non siamo dalle parti di The Walking Dead, bensì da quelle di Io sono leggenda. La corsa mortale invece, che per la sua stranezza nei concorrenti e nei loro mezzi ricorda Mad Max, è un evento che ha molto in comune con gli Hunger Games: anche in questo caso si combatte per la salvezza e in alcune occasioni il lato umano degli sfidanti prevale. Senza contare la colonna sonora dell’intro e i crediti, tutto in stile Drive. Diversi aspetti cult “rubati” ad altre grandi storie che nella trama di The Race sono mescolati bene, alternando scene drammatiche a momenti di pura follia.

I partecipanti alla gara

La trama è intrigante, ma anche il cast non è da meno. Sean Bean, nel ruolo di Errol Chambers, altrimenti detto “Generale”, ci regala subito una bella citazione da Il Trono di Spade, avvertendo il suo interlocutore con il motto di casa Sark: “io non dimentico”. Il suo personaggio non è decisamente il tipo di persona con cui scherzare ed anche con i complimenti bisogna stare attenti, è imprevedibile, al volante soprattutto. Rose Williams, già vista ne I Medici e Reign, è Faith Palladino, compagna e copilota del “Generale" Chambers. Nonostante sia in dolce attesa, la donna partecipa attivamente e proprio come il partner anche con lei bisogna stare attenti. Phoebe Fox è Kaye Newman, medico del pronto intervento e volto umano di questa serie tv. Inizialmente scettica sulla corsa e sul suo organizzatore, cambia poi parere - con troppa semplicità - e decide quindi di partecipare alla competizione. Grazie ai vari flashback scopriamo il legame con il compagno di squadra Michael Garwick (Malachi Kirby), ex paziente e fidanzato della sorella, e soprattutto con la prima diffusione del virus. Roman Donahue, interpretato da Ike Bennett, è un giovane prodigio dei computer e le sue capacità, unite ad una comprensibile curiosità nei confronti della compagnia farmaceutica Brooke Heath, costringono la sua famiglia a fuggire in un luogo sicuro, lo stesso che la gara di Larssen garantisce in caso di vittoria. Adam Brody, cioè il misterioso miliardario di questa storia, arriva solo a serie inoltrata, non presente tanto quanto si sperava vista la lunga assenza dopo il ruolo di Seth Cohen in The OC. Infine Billy Zane, volto conosciuto al cinema con Ritorno al futuro e Titanic, è il personaggio più interessante della serie nel ruolo di Joker Jones, un nome che è tutto un programma. Tra martini e droghe psichedeliche, la sua squadra procede verso il traguardo in una Volkswagen T2, senza troppo affanno e con un modo di fare che li avvicina ai protagonisti di Paura e delirio a Las Vegas e al gruppo di squilibrati di Jackass.

Perché vedere The Race

The Race ha due anime. Una drammatica, che racconta del virus e di come i vari protagonisti sono finiti a partecipare alla corsa, ed una surreale, con lo svolgimento della gara stessa. Nel primo caso non c’è niente di speciale - anzi c’è molta superficialità - mentre nel secondo c’è il vero motivo per cui proseguire con la visione. The Race non ha grandi pretese ma a noi va bene così.

Infatti, nonostante il dramma poco convincente, basato sulla critica alla società e la costante ricerca della felicità-libertà di ciascuno, il risultato è comunque raggiunto: una serie tv divertente che si guarda con piacere, accompagnata da una colonna sonora azzeccata e da graditi ritorni nel cast.

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