Radio Maria in arabo è un bel segno di forza

Un modo per i cristiani mediorientali di tenere ancora più stretto il loro legame con la Chiesa di Roma proprio mentre sono oggetto di una delle più feroci persecuzioni degli ultimi secoli

Radio Maria in arabo è un bel segno di forza

Dall'8 dicembre, giorno dell'Immacolata e inizio dell'Anno Santo del Giubileo, Radio Maria inizierà a trasmettere in arabo. Sul web. E' un segnale importante, un segnale di forza e innocenza che la più seguita delle radio private con palinsesti interamente dedicati alla fede cristiana.

I costi dell'emittente, che fino a pochi anni fa raggiungeva oltre un milione e mezzo di ascoltatori, sono coperti dalle offerte degli ascoltatori e da qualche contributo pubblico senza nessun tipo di pubblicità. È una radio vecchio stampo, a contenuto monotematico, un punto di riferimento in quel panorama variegato che è legato alla fede. Il direttore, padre Livio Fanzaga, ha commentato l'iniziativa di trasmettere in arabo come «un modo concreto ed efficace per aiutare i nostri fratelli perseguitati, le cui radici antiche sono una ricchezza per la nostra fede».

In sostanza Radio Maria in arabo servirà ai cristiani mediorientali di tenere ancora più stretto il loro legame con la Chiesa di Roma proprio mentre sono oggetto di una delle più feroci persecuzioni degli ultimi secoli. Perciò questo è un segnale di forza, nonostante nasca in una situazione di enorme debolezza come quella che i fedeli stanno vivendo nelle zone in balia dell'integralismo. La Fede c'è.

Radio Maria comunica usando la lingua di paesi che spesso hanno nella propria ragione sociale l'obiettivo di cancellare l'Occidente e gli «infedeli». La decisione di Radio Maria ha quindi un valore simbolico ben più grande del numero dei nuovi ascoltatori perché dimostra che il muro è stato costruito soltanto a una parte.

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