Radiogiornale

La faccia scura della tecnologia. Generalizzare è sbagliato, e forse ci sono tante spiegazioni possibili e accettabili. Ma il paradosso delle «app» radiofoniche è diventato ancor più evidente durante gli Europei di calcio. Intanto spieghiamoci: le «app» sono le applicazioni che le più importanti radio garantiscono ai propri ascoltatori. Le puoi scaricare gratuitamente su tablet o smartphone e ti garantiscono la diretta ventiquattr'ore su ventiquattro. Ovunque. Senza cambi di frequenza o disconnessioni varie. Un privilegio inimmaginabile quarant'anni fa quando sono nate le prime radio libere e il mondo quasi monopolistico dell'etere si è aperto alla libera concorrenza. Però oggi questo privilegio sconta il limite della tecnologia. Dunque, durante gli Europei di calcio le principali emittenti hanno riservato grandi spazi alle partite di calcio, talvolta persino in diretta come Rtl 102.5 (official broadcaster degli Europei) o Radio2. Però chi ha seguito le partite via «app», è stato aggiornato con qualche minuto di ritardo. Per carità, quando si tratta di programmi radiofonici, una «differita» di qualche minuto non fa la differenza. Ma quando si parla di partite di calcio finite ai supplementari o ai rigori, quei minuti sono il «pepe» della diretta.

In sostanza, chi ha seguito Italia Germania via «app» è stato informato dell'eliminazione italiana solo qualche minuto dopo. Un paradosso che si ripresenta ogni giorno su qualsiasi argomento richieda puntualità (l'ora, il notiziario, il traffico). Urge provare a risolvere il problema, se non altro per rispetto degli ascoltatori.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica