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La Rai nell'era del renzismo: la Bignardi direttrice di Rai3

Campo Dall'Orto propone i nuovi direttori di rete al cda: "Scelte per competenza, merito, autonomia". Andrea Fabiano a Rai1, Ilaria Dallatana a Rai2 e Daria Bignardi a Rai3. Usigrai: "Mortificate le competenze interne"

La Rai nell'era del renzismo: la Bignardi direttrice di Rai3

La Rai cambia i direttori delle reti generaliste. Adesso è solo questione di ratifica nel consiglio di amministrazione che si terrà domani. A Rai1 il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto ha proposto Andrea Fabiano al posto di Giancarlo Leone. A Rai2, invece, arriva Ilaria Dallatana al posto di Angelo Teodoli a cui, però, è stata proposta la nomina a direttore di Rai4. A capo di Rai3 è stata, invece, proposta Daria Bignardi in sostituzione di Andrea Vianello. Cambierà anche il vertice di RaiSport dove approderà Gabriele Romagnoli al posto di Carlo Paris.

Domani il consiglio di amministrazione della Rai si riunirà per le nomine dei direttori di rete. In una riunione informale che, come confermano fonti Rai, si è tenuta stamattina a Saxa Rubra, Dall'Orto ha proposto i nomi che il Consiglio dovrà ratificare, a meno di clamorose e inaspettate sosprese. "Le scelte delle nuove direzioni proposte al cda - spiega Campo Dall'Orto - sono basate su competenza esperienza e merito, autonomia dai partiti, guidate dalla volontà di rinnovamento proprio attraverso la competenza e nel segno della valorizzazione delle risorse interne". Si tratta anche della prima volta di una direzione di rete affidata a una donna nella storia di viale Mazzini (in realtà sono due la Dellatana a Rai2 e la Bignardi a Rai3) e del più giovane direttore di rete di Rai1 (Fabiano è classe 1976).

I "primati" sbandierati da Campo, in realtà, hanno creato solo malcontento. Solo il Pd, infatti, si affretta ad applaudire dicendo che le nomine "valorizzano le donne". Ma, anche tra i corridoi di viale Mazzini, i mal di pancia si sprecano. Per l'Usigrai le figure prese esternamente sono l'ennesimo "schiaffo a chi lavora in azienda". Una posizione ampiamente condivisa anche nel centrodestra. "In due casi su tre - tuona Maurizio Gasparri di Forza Italia - vengono mortificate le preziose competenze interne, sacrificando persone meritevoli e alimentando le spese". Sui due direttori giunti dall'esterno il senatore azzurro non ha voluto esprimere giudizi: "In un caso non conosco la persona. Nell'altro, il giudizio è perfino superfluo".

Matteo Salvini, invece, rinomina la Rai "TeleRenzi" e chiama a raccolta gli italiani: "Contenti di pagare il canone per sentire la Voce del Padrone?".

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