Vecchie glorie e (in)certezze. La Rai "riparte" dal passato

Le colonne dei nuovi palinsesti sono sempre le stesse. Si sperimenterà qualche programma ma non strategico. In sospeso il contratto di Floris

Vecchie glorie e (in)certezze. La Rai "riparte" dal passato

«Creare, innovare, connettere» sono i verbi che coniugano la mission Rai per la prossima stagione tv. Parole e ambizioni grosse. Del resto, non ci si può aspettare granché da una televisione che affida a Carlo Conti, in onda tutti i santi giorni, la conduzione della sua manifestazione più prestigiosa e popolare. Un tempo si diceva: la Rai è la più grande azienda culturale del Paese. Che nostalgia. Nello studio di Via Mecenate a Milano le parole d'ordine sono «rinnovamento nella continuità», e l'impressione non può essere che quella di una Rai a metà del guado, tenuta in scacco da Renzi e messa a dura prova dalla concorrenza sul terreno dei linguaggi e dell'avanguardia. Eppure, l'orgoglio non deflette. «Raiuno è sempre leader nel primetime con oltre il 19 per cento di share», sottolinea Giancarlo Leone. E, dunque, bisogna «innovare ma restando centrali». Se poi quando si cerca la novità ci si affida alle vecchie glorie come Raffaella Carrà che sarà la talent-scout di Forte Forte Forte, un programma in dieci serate alla ricerca di volti nuovi della cultura, della musica e della televisione, la sensazione non è esattamente quella di una rete proiettata nel futuro. Antonella Clerici condurrà Senza parole, un emotainment in cui artisti e celebrità aiuteranno persone con problemi di comunicazione a lanciare un messaggio importante. Sempre in prima serata Paola Perego affiancherà Al Bano in Così lontani così vicini, mentre resta da decidere la conduzione di Domenica in. A proposito del primetime, Leone si sente solido perché «con Flavio Insinna Affari tuoi supera la concorrenza sette volte su dieci». L'altro «punto vincente di Raiuno è la fiction». Con molti ritorni (Che Dio ci aiuti, Braccialetti rossi, Una grande famiglia) e qualche novità come Qualunque cosa succeda, sulla figura di Giorgio Ambrosoli e L'Oriana, su Oriana Fallaci. Quanto all'informazione, è affidata a Bruno Vespa con l'arricchimento di dieci inchieste di Petrolio curate da Duilio Giammaria. Tra gli eventi, confermati I dieci comandamenti di Benigni a metà dicembre.

Punta tutto sul rinnovamento dei linguaggi e la crossmedialità, invece, la Raidue di Angelo Teodoli. L'anno scorso sono stati introdotti dodici nuovi programmi (da Boss in incognito a Virus. Il contagio delle idee di Nicola Porro, da Il musichione a Il grande cocomero, per alcuni dei quali saranno potenziate le web room «per creare un programma nel programma») che hanno abbassato l'età media del pubblico di 2,6 anni. Quest'anno arriveranno altri sette nuovi titoli: Il più grande pasticcere, un programma itinerante in prima serata con Caterina Balivo; SuperMax Tv con Max Giusti per il pomeriggio; Party People Ibiza che esplorerà il mondo dei locali dell'isola con gli occhi dei nuovi dj; Quanto manca?, programma comico in gemellaggio con Quelli che il calcio; Senza peccato, un'inchiesta giornalistica sul mondo dell'adolescenza di Milo Infante; Fattore Alfa per il pubblico maschile del sabato pomeriggio; e Seven, esperimento di reality culturale in collaborazione con Vittorio Sgarbi. Infine, verrà potenziata la nuova fascia dell'access con le web series (Impazienti con Enrico Bertolino e Lo zio Gianni, del gruppo di The Pills).

Tante conferme, qualche ritocco, un'assenza annunciata e una grande incertezza nel palinsesto della Raitre di Andrea Vianello. Le conferme riguardano il daytime, con il solo avvicendamento di Licia Colò sostituita da Camila Raznovich per la conduzione di Kilimangiaro la domenica pomeriggio. La domenica sera torneranno nella collocazione originaria Report e Presa diretta. A seguire, Gazebo che andrà anche il lunedì in seconda serata per sconfinare qualche volta anche in prima. L'assenza annunciata è quella di Masterpiece, mentre la grande incertezza riguarda il futuro di Giovanni Floris. Confermato Ballarò, marchio che appartiene alla Rai, nella cartella-stampa non compare il nome del conduttore, segno che «c'è una trattativa ancora aperta», ha sintetizzato Vianello. «Che commenteremo quando sarà chiusa», ha chiosato Gubitosi. Il quale, fra le tante sollecitazioni, ha mostrato di tenere molto alla «connessione» e alla «multimedialità» perché un fenomeno come Braccialetti rossi «è decollato proprio grazie al web».

E così si torna al «creare, innovare, connettere» dell'inizio. Fortuna che Leone non si è dimenticato la cosa più importante. «Un sogno, niente di più: conto di riavere Fiorello per il 2015. Lo chiamo tutti i mesi...». Si sa, sognare non costa niente...

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