In fondo ai record sono abituati da un bel po', ai luoghi d'arte non ancora. Se i Rolling Stones hanno deciso di esibirsi nella città forse più piccola dei loro cinquant'anni di tour, il merito è anche di ciò che gli italiani faticano ad ammettere: in Italia si sta meglio che in quasi tutto il resto del mondo. Perciò vanno bene i 55mila paganti e perfetto, ci mancherebbe altro, anche il cachet presumibilmente principesco. Però, piuttosto di suonare il 23 settembre proprio di fianco alle mura cinquecentesche di Lucca su di un prato sul quale si sentono ancora sferragliare le armature dei cavalieri, i Rolling Stones hanno abbassato il cachet del 40 per cento, praticamente la metà. «Altri avevano proposto di ospitarli a Venezia, ma Mick Jagger viene spesso a Bolgheri, è innamorato di questa zona e ha deciso di venire qui a ogni costo», spiega Mimmo D'Alessandro che con Adolfo Galli ha lavorato sedici mesi a quest'operazione viaggiando per tre continenti. Missione compiuta per impreziosire il ventennale del loro Lucca Summer Festival.
I due Stones incaricati di commentare l'evento hanno già fatto il loro dovere: «Sono emozionato dal vedere alcuni luoghi in cui non siamo mai stati prima», è la didascalia di Mick Jagger. «Ehi ragazzi, arriviamo!» ha sintetizzato Keith Richards secco come un riff della sua chitarra. In realtà l'evento sarà tutt'altro che sintetico. A quanto pare, la band ha già prenotato 400 camere a Lucca, anche se, vista l'assenza di hotel di lusso, i musicisti sceglieranno un albergo nella zona circostante, forse al Ciocco oppure vicino a Bolgheri. La scaletta del concerto sarà No filter come dal titolo del tour europeo di 12 date, ossia senza filtro, libera e probabilmente, a differenza di quanto fa la band da decenni, cambierà concerto dopo concerto. Magari, spera qualcuno, Jagger, Richards, Wood, Watts e gli altri suoneranno anche brani da Blue & Lonesome, l'album di cover blues pubblicato l'anno scorso. E poi ci sono i numeri dello show. I biglietti costeranno tra i 100 e i 700 euro e saranno in vendita da sabato alle 10 con la possibilità di acquistarne otto a testa. Davanti al palco ci saranno due «pit», ossia due aree per i super fan. La prima costa 300 euro ed è riservata a 700 fortunati che avranno le rockstar a pochi centimetri. La seconda è da 3500 posti e costa 150 euro. In più, sopra le mura affianco al palco, ci saranno oltre una decina di «skybox» da venti posti ciascuno in vendita «corporate» a società per 700 euro. Queste le cifre, sempre che il secondary ticketing non le gonfi a dismisura anche se Andrea Grancini di TicketOne garantisce di fare «tutte le possibili verifiche incrociate per cancellare transazioni sospette». Fin qui i dettagli di un concerto che per la prima volta sul manifesto indica solo «Stones» nonostante loro, che arrivano tutti dagli anni Quaranta, siano ancora molto Rolling. Lo conferma la richiesta di biglietti che arriverà a parecchi milioni nonostante quelli disponibili per tutti gli show europei siano non più di cinque o seicentomila.
E poi c'è il resto.
Ad esempio l'indotto che questa band porta sempre con sé. Ieri, nel suggestivo Baluardo di San Paolino scavato dentro le mura, c'era l'atmosfera magica del grande evento e non soltanto perché D'Alessandro e Galli, di fianco al sindaco Tambellini, avevano una comprensibile enfasi. In realtà, l'arrivo di tanti fan porterà una ventina di milioni di euro tra ristoranti, alberghi e tutta la macchina turistica e organizzativa. Una manna e manco c'è da spiegare perché. I Rolling Stones sono la più famosa rock band del mondo che magari ha iniziato a mettersi in moto per l'ultima volta. D'accordo, lo si dice da quando Mick Jagger aveva 50 anni.
Ora che sta per compierne 74 (e Charlie Wats 76), magari tutti decideranno di frenarsi un po', di fare show meno kolossal oppure di andarsene in pensione e godersi da fuori l'effetto che farà un mondo senza Stones. Vedremo. Intanto ieri hanno annunciato un'altra mitragliata di concerti in quello che diventerà l'ennesimo tour mondiale, a conferma che il tempo passa, ma questi ultrasettantenni continuano a far finta di no.
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