Cultura e Spettacoli

La Scala riaprirà con il Verdi che non t'aspetti

Quella del 2016 è la prima vera stagione della Scala col marchio Alexander Pereira, sovrintendente per i prossimi cinque anni, dunque con ampi spazi di manovra (la stagione in corso raccoglie eredità della passata gestione). «Sono qui da nove mesi e mi sento fortemente innamorato. È un teatro affascinante. I collaboratori di tutti i dipartimenti sono di una qualità meravigliosa», dice. E ringrazia pure i sindacati, «mi avevano detto che sarebbe stato difficile parlare con loro. Ma amano la musica e quando è così alla fine si trovano soluzioni», vedi il caso del 1° maggio.

È una stagione di 15 titoli d'opera, di cui 9 nuove produzioni e tre mai viste alla Scala. Sei i balletti, metà con nuovi allestimenti e Roberto Bolle a volontà. Sette opere sono italiane, ben quattro di Verdi, quindi Ravel, Strauss, Haendel, Britten, Mozart, Gershwin. E Kurtag che novantenne sta scrivendo la sua prima opera, Fin de partie , attesa alla Scala nel novembre 2016. «Una risposta a chi temeva un teatro troppo Milanocentrico», aggiunge Riccardo Chailly, direttore generale, sul podio il prossimo 7 dicembre con una Giovanna d'Arco di Verdi assente a Milano da un secolo e mezzo. Per l'occasione torna nei panni della protagonista Anna Netrebko e assieme a lei Marcelo Alvarez e Francesco Meli. Alla regia, la coppia Moshe Leiser e Patrice Caurier: si prospetta una Giovanna che non avrà i tratti contemporanei, ma intriganti, della Iphigenie di Leiser-Caurier in questi giorni a Salisburgo (con teste mozzate stile Isis), ma neppure un'ambientazione storica. «Il teatro - osserva Chailly - deve continuamente rinnovarsi onde evitare il congelamento. Ciò che conta è trovare l'intesa col regista, e che la regia abbia un senso musicale. Il rinnovamento può sovrapporsi al rispetto musicale».

Con questa stagione decollano o si consolidano progetti che segneranno i prossimi anni. Con La fanciulla si prosegue con il tutto Puccini (entro i prossimi sette anni) di Chailly. Il trionfo di Haendel segna la sinergia fra orchestra scaligera e complessi barocchi, in questo caso i Barocchisti di Diego Fasolis in direzione di opere barocche con esecuzioni fedeli all'originale. L'enfant di Ravel apre la strada alla collaborazione con il Festival di Glyndebourne. Il Flauto magico di Mozart segna la collaborazione fra i ragazzi dell'Accademia con un regista di punta come Peter Stein. La cene delle beffe di Giordano apre il progetto di rivalutazione del Verismo. Dato il successo della Cenerentola per bambini, con le dieci repliche arrivate a 17, Pereira mette in campo una ministagione per i bambini, che al costo di un euro potranno assistere a due opere, Cenerentola e Flauto magico , il balletto Lo schiaccianoci e cinque concerti. Si prevede un'inondazione di 40mila bimbi, gli spettatori di domani.

È Chailly ad annunciare ritorni ed esordi di direttori d'orchestra. Blomstedt e Haitink, anzitutto quindi Gilbert, Welser-Most, il giovane finlandese Franck e il giovane italiano Mariotti.

Quindi i direttori della famiglia Scala: Gatti, Mehta.

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