"Si tornerà nei ristoranti. Per ora vi segnalo tutti i miei preferiti"

Lo chef riporta su Sky il suo programma "cult": "Lo abbiamo registrato l'estate scorsa"

"Si tornerà nei ristoranti. Per ora vi segnalo tutti i miei preferiti"

Noi non ci possiamo andare, da un pezzo. Per dire: ti ritrovi uno scontrino in tasca, magari anche un conto salato, e finisci per commuoverti. La cena al ristorante. Non importa con chi: la compagnia, magari galante, era fatta della materia dei sogni di quei giorni là, che si spera tornino. Ora, invece, basta l'idea del ristorante: la tavola apparecchiata, il menu da sfogliare, e già ti sale il sospiro. C'è solo uno chef, telegenico e «rock», che può permettersi di tornare in tv, di questi tempi, sbandierandoci sotto il naso non uno, bensì 4 Ristoranti - giudicando di menu, location e servizio con quattro ristoratori in gara - senza farci salire l'istinto killer, misto di gola e invidia: è Alessandro Borghese, conduttore del programma cult prodotto da Banijay Italia in onda da domani su Skyuno ogni giovedì.

Sesta stagione, dieci puntate in arrivo, la prima da Venezia, terra di bellezza e di grande cucina: formula immutata?

«Questo programma è un meccanismo perfetto. Un fenomeno di culto, e ne sono felicissimo. Tra l'altro non vedevo l'ora di farlo: 4 Ristoranti mi porta dappertutto in Italia. Scopro luoghi incredibili: quest'anno, per dire, il Gargano e Arezzo».

Si rassegni a rispondere: come vive questo periodo di domicilio coatto?

«Con istinto di sopravvivenza e un pezzo di testa al dopo: spero in una seconda parte di 2020 migliore. Penso alla mia azienda di 64 dipendenti, il ristorante Il lusso della semplicità a Milano, dove vivo: le regole che ci vorranno, mascherine, distanza tra i tavoli. Tutto un mondo da reinventare».

Si sente con altri colleghi?

«Certo, spesso con gli chef Esposito e Oldani, per citarne due. Si fanno ipotesi».

Quanti locali non riapriranno?

«Ci sarà una scrematura di qualità, e chi ha lavorato bene pagherà di meno. È un dato di fatto cui ci dobbiamo abituare, in tutti i settori».

A casa che fa, oltre a godersi la famiglia?

«Sono circondato da donne: moglie, due figlie e suocera. L'emergenza mi ha fatto rallentare e, lo ammetto, per certi versi mi fa stare bene. Dormo fino a tardi, cosa che non ho mai potuto fare, riparo orologi, la mia passione. E faccio i compiti con le bimbe».

La obbligano a cucinare?

«Non sempre io, ma ogni giorno qualcosa faccio. Per me non è solo lavoro, è una passione. Qualche giorno fa con mia suocera abbiamo studiato ricette coi carciofi e, di mio, ho fatto un risotto ai funghi porcini».

Ricette in rete, i social li frequenta?

«Dico la verità: questa quarantena ha scatenato troppi video tra i fornelli di casa, non voglio aggiungermi. Però ho realizzato questo progetto attingendo alla videoenciclopedia del mio show Kitchen Sound: sulle pagine social @alekitchensound Facebook e Instagram accompagno il pubblico nella preparazione di tre ricette tematiche al giorno. D'altronde, in cinque stagioni e seicento puntate, ne ho raccontate di ricette...».

Tornando a 4 Ristoranti, quando avete registrato le puntate?

«Alla fine della scorsa estate, l'ultima, che poi è la prima ad andare in onda domani, è stata a settembre, a Venezia, poco prima dell'ultimo allagamento».

Come tiene a bada i quattro ristoratori sfidanti?

«Dico loro che devono sempre essere naturali. Certo, poi hanno le loro strategie per vincere, ma il tipo di sfida è difficile da incanalare in uno schema. In un ristorante ci sono troppe variabili e imprevisti, la legge di Murphy incombe sempre quando sei in cucina. Quanto a me, devo essere un po' psicologo e anche provare a stimolarli cpn aneddoti e argomenti».

Lei è appassionato di rock, da sempre: cosa ascolta di questi tempi chiuso in casa?

«Mi piace tutta la musica. Lascio fare alla playlist. Musica e cibo sono le due entità più evocative dei nostri ricordi».

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