«Soltanto Vasco diceva che ce l'avremmo fatta E ora un disco nuovo»

Curreri, leader del gruppo che ha trionfato a Sanremo: "Il brano con cui abbiamo vinto l'anno scorso è stato scartato..."

«Soltanto Vasco diceva che ce l'avremmo fatta E ora un disco nuovo»

Proprio così: Gaetano Curreri è esattamente come lo avete visto qui a Sanremo: zero fronzoli, solo passione per la musica. Un signore d'altri tempi, allievo di Dalla e amico di Vasco Rossi, che l'altra sera si è commosso dopo aver vinto il Festival con gli Stadio. E che ieri, appena finito un piatto di pasta in bianco a metà pomeriggio, ha raccontato la favola di una band pop rock con trent'anni di carriera che è partita senza pretese ed è arrivata vincendo quattro premi: primo posto, miglior cover, premio Bigazzi per la musica e premio sala stampa radio e tv: «Solo Vasco Rossi continuava a dire che avremmo vinto ma nessuno di noi ci pensava minimamente. Potete crederci».

D'altronde, Curreri, la prima volta che siete venuti in gara al Festival siete arrivati ultimi.

«Dopo abbiamo vinto il David di Donatello e il Nastro d'Argento ma continuavamo a ripeterci che a Sanremo non ce l'avremmo mai fatta».

Tra l'altro il vostro brano parla di un dialogo tra padre e figlia.

«Un dialogo immaginario visto che non ho figli. Ma tanti padri mi chiedono di parlare ai loro figli e quindi negli anni sono diventato un loro confidente. Lo avevamo presentato a Conti già lo scorso anno: il testo era lo stesso ma la musica no ed è stato rifiutato».

Ora avete vinto, convinto e invertito la tendenza: finalmente un gruppo torna protagonista all'Ariston.

«E non solo. Dopo che i Pooh hanno deciso di fermarsi, ormai siamo rimasti uno degli ultimi grandi gruppi con qualche giovane come Negramaro e Modà, oltre ai Nomadi. È un momentaccio per i gruppi. In questi giorni sono andato in giro con la spilla dei Dear Jack: il loro ultimo posto spero sia come il nostro quando abbiamo debuttato al Festival».

Sono giovanissimi.

«Come lo eravamo noi. Ho conosciuto Vasco andando in corriera a scuola. Io salivo a Vignola e andavamo a Modena dove eravamo sempre quelli che venivano dalla montagna».

E Dalla?

«Venne insieme a Ron a sentirci al Florida di Riccione. Alla fine del concerto mi disse: Domani se vuoi venire alle nostre prove sarai il nuovo tastierista della mia band. Era il 1976».

In quarant'anni ha scritto brani come Chiedi chi erano i Beatles.

«È uno dei quattro che ci rappresenta al meglio».

E gli altri?

«Direi Canzoni alla radio, Ballando al buio e Acqua e sapone della colonna sonora del film di Verdone. Pochi lo ricordano ma Carlo è stato quello che ci ha dato la possibilità di fare il primo disco».

E ora?

«E ora abbiamo un disco nuovo che si intitola Miss Nostalgia e io collaboro anche con il jazzista Paolo Fresu che mi crede addirittura un crooner».

Il vincitore del Festival dovrebbe partecipare di diritto all'Eurovision Song Contest, ma avete rinunciato.

«Invece ci andrà Francesca Michielin. La sa una cosa?».

Quale?

«Là saremmo pesci fuor d'acqua. E a questo punto forse è meglio che artisti con la nostra storia si affianchino ai giovani.

Anzi, se vorrà, posso scrivere anche un brano per la Michielin».Scusi se qualcuno chiede chi sono gli Stadio?«Risponderei che le nostre canzoni sono più famose di noi. E questo dovrebbe essere la vera missione della musica».

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