Sorpresa, Depp-Sparrow si prende la rivincita

di Joachim Roennig, Espen Sandberg con Johnny Depp, Kaya Scodelario, Javier Bardem, Orlando Bloom

Prima di sbuffare, ripensando alla pochezza del precedente episodio, spazzate via i vostri preconcetti e dategli fiducia, perché questo capitolo cinque delle avventure di Jack Sparrow è, se non il più riuscito della saga (ma poco ci manca), certamente tra i più godibili e simpatici. Una vera sorpresa, in positivo. Tutto fila incredibilmente liscio, a cominciare da una trama facilmente fruibile, da scene d'azione ottimamente orchestrate (il furto della banca, inteso proprio come intero edificio, è strepitoso), da effetti speciali degni (a volte, spiazzanti, come la versione giovanile di Sparrow) e, questo è il vero miracolo, da un Johnny Depp capace di non debordare oltre misura nel suo solito quantitativo industriale di mossette. Anche perché, nelle due ore di pellicola (e non 153 minuti come erroneamente indicato in alcuni siti), a ritagliarsi, spesso, un ruolo importante sullo schermo sono i cosiddetti comprimari (che tali non sono), a cominciare dalla versione «non morto» del capitano Salazar, antagonista del pirata Jack, ottimamente resa, soprattutto nella versione «demoniaca», da un solido Javier Bardem.

In questa nuova avventura, a dare la caccia al solito sregolato capitan Sparrow è addirittura una flotta di marinai fantasma, apparentemente invincibile (almeno, sul mare, perché ai marinai è impedito sbarcare a terra), guidata, come detto, da Armando Salazar, desideroso di vendetta nei confronti dell'istrionico protagonista. A bordo della Silent Mary, questo particolare equipaggio riesce a fuggire dal Triangolo del Diavolo, seminando il terrore sulle acque. L'unico modo per fermarli è, per Jack, impossessarsi del mitologico Tridente di Poseidone. Per farlo, dovrà allearsi con una intelligente astronoma (Kaya Scodelario) e con un giovane marinaio (Brenton Thwaites). A dare una mano ai tre, arriverà il redivivo Hector Barbossa (Geoffrey Rush).

Il film è disponibile anche in 3D, ma non aggiunge niente ad un risultato che, se avesse avuto ancora Gore Verbinski alla regia, sarebbe stato eccellente. Resta in sospeso il disneyano mistero di come possa, nella pellicola, la trentaduenne Keira Knightley essere la madre del ventottenne Brenton Thwaites.

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