Michele Serra ogni giorno dà lezioni di buone maniere dalle colonne di Repubblica. Ragiona pacatamente e pacatamente stigmatizza lo sbracato inveire della stampa populista. Lo stile è tutto anche nel suo recente romanzo-pamphlet Gli sdraiati, dedicato a quei poveri giovani stravaccati e incapaci di apprezzare il gusto pieno della vita. Essi infatti non gradiscono la vendemmia sulle colline delle Langhe, neanche se alloggiati in un delizioso rustico. Insomma, Serra sa stare al mondo e non ne fa certo mistero. Però, di fronte a una critica, anche il raffinato editorialista s'infuria come una iena qualsiasi. Non si spiega altrimenti il travaso di bile affidato a Vanity Fair. Serra, autore dell'ultimo fallimentare Sanremo, si stupisce che qualcuno abbia osato chiedere conto del flop: «Fabio Fazio doveva dare conto di perché e di come aveva perduto» il confronto con se stesso a «giornalisti di quotidiani che perdono ogni anno il 10% dei loro lettori».
Poi Serra lancia l'anatema verso i colleghi: «Inviati di giornali a rischio di chiusura attaccavano Fazio e Littizzetto a testa bassa, come se non sapessero che Fazio e Littizzetto perderanno il posto, quando e se lo perderanno, dopo che loro lo avranno già perso». Bravo Michele, questa sì che è classe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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