La Tordera: radici profonde, sguardo lungo

Esordisce nei bianchi fermi l’azienda della famiglia Vettoretti, e lo fa con Il Preciso, un Incrocio Manzoni di buona stoffa. Ma il focus resta il Prosecco prodotto in 1,3 milioni di bottiglie negli 80 ettari di vigneti tra Conegliano, Valdobbiadene e Asolo condotti all’insegna del “Natural balance”, il principio che regola ogni fase della produzione, dalla vigna alla cantina

La Tordera: radici profonde, sguardo lungo
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Esordisce nei vini fermi l’azienda la Tordera, fondata da Pietro Vettoretti, classe 1940 («Siamo nati nella terra e siamo ancora contadini», ama dire lui) e oggi guidata dai figli Paolo e Renato, da sempre dedita al Prosecco. Lo fa con un Manzoni Bianchi Tre Venezie Igt, Il Preciso, che fa riferimento proprio al professore Luigi Manzoni, che di questo incrocio tra Riesling e Pinot Bianco è il padre. Un vino dal colore giallo paglierino, dal naso di frutta bianca e litchi, di agrumi ed erbe aromatiche e al sorso sapido, preciso, verticale e di buona persistenza.

Una novità molto interessante che ha anche il pregio di farci parlare di questa azienda di “contadini” sì, ma con 80 ettari di vigneti tra Conegliano, Valdobbiadene e Asolo, 1,3 milioni di bottiglie prodotte all’anno e presenza stabile in oltre 40 paesi. La storia inizia nel 1918, a guerra finita, quando il nonno Giuseppe pianta un piccolo vigneto a Cartizze. In un’epoca in cui la vite si marita agli alberi, lui costruisce un impianto specializzato, fatto per durare. Oltre un secolo dopo, quei ceppi ci sono ancora: più di 130 piante ultracentenarie, tra le più longeve della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg.

Pietro Vettoretti cresce lì, tra i filari. A 14 anni pota la sua prima vite. Negli anni Sessanta, mentre molti lasciano la campagna, lui investe. Affitta terre abbandonate, le coltiva, le trasforma. È leader delle “3P” – provare, progredire, produrre – e, con un occhio attento alla natura, intuisce prima di altri il cambiamento climatico: già negli anni Novanta impianta vigneti anche in pianura, anticipando quello che poi sarà un nuovo equilibrio. Oggi i figli hanno preso il testimone. Paolo è enotecnico, Renato cura la vigna, ma Pietro non si è mai davvero ritirato. Ancora oggi gira tra i filari ad assaggiare acini, per decidere quando iniziare la vendemmia. E in vendemmia, la squadra si allarga: decine di persone della zona collaborano con spirito di comunità. L’obiettivo è chiaro: portare in cantina uve perfette nel minor tempo possibile. «Anche mezz’ora cambia il risultato», dice Paolo.

Tutto questo ha un nome: Natural Balance. Non è solo uno slogan, ma il principio che regola ogni fase: dalla gestione sostenibile dei vigneti alla cantina costruita secondo criteri di risparmio energetico. Inaugurata nel 2001 e ristrutturata nel 2011, è stata la prima cantina veneta a ottenere la certificazione CasaClima. Il legno garantisce coibentazione naturale, l’acqua viene riutilizzata, il riscaldamento funziona a cippato ricavato dai boschi aziendali. Il 100% degli imballaggi è riciclato e le bottiglie – vetro alleggerito, 700 grammi – sono fatte all’80 per cento con vetro riciclato.

In vigna si lavora ancora a mano. La collina non ammette scorciatoie: potature leggere, osservazione costante, massima attenzione al singolo ceppo. La biodiversità è un valore concreto, coltivata con varietà autoctone come la Perera (5.000 ceppi) e con la tutela dei boschi. In cantina, la mano dell’enologo Luciano Rebuli segue il principio della separazione per parcella. Ogni vigneto viene vinificato a parte per esaltare le differenze di terroir. I vertici qualitativi si chiamano Rive di Guia, Rive di Vidor, Cartizze.

E poi c’è Senza Tempo, Metodo Classico 100 per cento Glera, sfida personale di Paolo: dimostrare che anche un Prosecco Superiore può reggere il tempo.

Il Prosecco è l’identità de La Tordera. Lo dicono le etichette, lo ripete il claim: Passione per il Prosecco dal 1918. Ma non è solo una passione. È una scelta, un’eredità, un modo di stare sulla terra.

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