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Stupri, violenze e 23 personalità: il vero killer di Spilt

Split è il secondo capitolo di una trilogia del regista horror M. Night Shyamalan: in esso James McAvoy interpreta un criminale dalla personalità multipla la cui costruzione è basata sulla vera storia di un criminale statunitense

Stupri, violenze e 23 personalità: il vero killer di Spilt

Split è la pellicola firmata da M. Night Shyamalan e uscita nel 2017 che andrà in onda questa sera, in seconda serata, alle 23.15 su Italia 1. Split, che vede come protagonista James McAvoy è il secondo capitolo di una trilogia che il regista iniziò nel 2000 con Unbreakable - Il predestinato nel 2000 e concluso poi con Glass, uscito nel 2019.

Split, la trama

Dennis (James McAvoy) è un ragazzo che si trova nel parcheggio di un fast food quando decide di rapire tre ragazze, incurante del fatto che sia pieno giorno e che qualcuno potrebbe testimoniare contro di lui. L'incubo per le tre ragazze rapite diventa ancora peggiore quando si accorgono che Dennis cambia atteggiamento, postura e voce di volta in volta, dando loro l'impressione di essere davvero un pazzo omicida.

Quello che le vittime di Dennis non sanno ancora è che l'uomo è in cura presso la psichiatra Karen Fletcher (Betty Buckley) per un disturbo della personalità: l'uomo, infatti, è affetto dal disturbo della personalità multipla che lo ha portato a creare ben 23 personalità distinte che vivono dentro di lui e che, di volta in volta, prendono il possesso del suo corpo, spingendolo a compiere le scelte più disparate: da rapire delle ragazze a cercare di salvare l'unica (Anya Taylor-Joy) che sembra aver capito come comunicare con il suo carnefice e che cerca di salvarsi prima che sia troppo tardi.

L'incredibile storia vera dietro il film

Per quanto possa apparire incredibile crederlo, il film di M. Night Shyamalan poggia parte della sua trama su eventi realmente accaduti e puntualmente riportati. Il protagonista interpretato da James McAvoy, infatti, deve molto a Billy Milligan, un criminale su cui è stato scritto un libro diventato un bestseller dal titolo Una stanza piena di gente, che catturò anche l'attenzione di Leonardo DiCaprio che sognava di trarci un film.

Proprio come il personaggio di Split, Billy Milligan era affetto da quello che viene definito disturbo dissociativo dell'identità: un disturbo psicologico che porta la mente di un essere umano a "spezzarsi" a seguito di un trauma: la conseguenza è che il paziente affetto da questo disturbo vive, pensa e si comporta come se nella sua mente abitassero più personalità, in grado di prendere il controllo di volta in volta. Come racconta Wired, Billy Milligan cominciò a mostrare i primi segni del disturbo dissociativo quando era ancora molto piccolo, a seguito del suicidio del padre. Una condizione che si aggravò quando sua madre si sposò con un uomo disturbato, che abusò sessualmente del bambino e lo spaventava con l'idea di ucciderlo qualora avesse raccontato a qualcuno quello che accadeva tra di loro.

Nel corso degli anni Billy arrivò a sviluppare più di venti personalità, gestite da un ordine gerarchico che vedeva in cima alla piramide Allen. Tra le altre personalità dell'uomo c'era una donna lesbica di nome Adalana, uno slavo irascibile di nome Ragen e persino un bambino di nome Danny. Billy Milligan viene arrestato a seguito dello stupro di tre studentesse dell'Ohio State University, che aveva rapito in pieno giorno. Dopo l'arresto, come ricorda Psychondesk, Billy Milligan cominciò a muoversi tra carceri e istituti psichiatrici. La dottoressa Dorothy Turner del Southwest Community Mental Health Center diagnosticò all'uomo il disturbo dissociativo dell'identità e questa diagnosi fu usata in tribunale per dimostrare che il ragazzo - ventiduenne all'epoca degli stupri - non era in grado di intendere e di volere. Billy Milligan fu dunque uno dei primi criminali ad essere assolto in un caso di violenza per infermità mentale.

Il riconoscimento della sua diagnosi e la possibilità di essere guidato da professionisti per un po' aiutarono Billy Milligan: ma quando all'orizzonte si presentò l'ennesima accusa di stupro il ragazzo si "spezzò" di nuovo e la sua dissociazione lo portò prima a una lunga depressione e poi a tentare il suicidio. Per questo venne trasferito al Lima State Hospital for the criminally Insane, che altro non era se non un manicomio criminale. Ebbe altri episodi di dissociazione della personalità, finché nel 1988 non ottenne il rilascio.

Si trasferì in California dove continuò a vivere fino alla sua morte, nel 2017, per un cancro.

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