La svolta green dei Marlene Kuntz: "Non rinneghiamo ciò che siamo"

Il gruppo rock torna con il disco “Karma Clima”: “Non abbiamo più tempo, gli effetti dei cambiamenti climatici riguardano noi tutti. Bisogna agire ora”

La svolta green dei Marlene Kuntz: "Non rinneghiamo ciò che siamo"

Continua a evolversi il progetto dei Marlene Kuntz che unisce natura, arte e sostenibilità. La band da ottobre 2021 ha portato in tutta Italia il progetto “Karma Clima”, che dà anche il nome al nuovo album (Al-Kemi Records / Ala Bianca; distrib. Warner Music Italy / FUGA), disponibile in digitale, cd e vinile. Nove tracce con tanto di duetto con Elisa nel brano “Laica preghiera”. L’undicesimo disco del gruppo rock – formato da Cristiano Godano, Riccardo Tesio, Luca “Lagash” Saporiti e Davide Arneodo – è “fortemente empatico e poetico”, mette da parte la rabbia dei Marlene Kuntz per sensibilizzare su tematiche legate al cambiamento climatico. Reduce da un’estate particolarmente intensa, la band è in tour nei club italiani ed è già al lavoro su nuovi progetti. Tra questi, non c'è il festival di Sanremo.

“Karma Clima” è ideato, pensato e creato su un progetto di sostenibilità ambientale e culturale. Questo concept vi ha ispirato a scrivere le canzoni?

Cristiano Godano: “Il concept ha sicuramente influenzato le canzoni. Le musiche per noi arrivano sempre prima e sarebbero state così a prescindere dal concept. Per quanto riguarda i testi, avevo bisogno che mi fosse chiaro che eravamo tutti felicemente consapevoli di star facendo quel tipo di cosa. Quando era per tutti ok parlare di clima, da quel punto in avanti ho iniziato a pensare ai testi in funzione di questa cosa”.

Cosa è scattato per farvi parlare di questo?

Cristiano Godano: “Il problema c’è, è reale ed è urgente. Ciò che stanno facendo i Marlene Kuntz in prima istanza credo sia cercare una narrazione, anche a supporto e a sostegno della scienza, detto nella maniera meno presuntuosa possibile. Siamo consapevoli che la scienza ha dei problemi di comunicazione e che è molto felice di avere il sostegno di narratori in grado di trovare forse un linguaggio più adeguato. È necessario dire alla gente: ‘Svegliatevi, il tempo è poco’. Il problema riguarda noi, tutti noi, che da persone anziane avremo dei sicuri problemi con l’inasprimento delle temperature”.

Come fare musica dal vivo in maniera sostenibile?

Luca “Lagash” Saporiti: “È impossibile mettere in piedi dall’oggi al domani delle dimensioni totalmente sostenibili, è evidente. Bisogna fare dei passi, dei processi. Noi abbiamo iniziato a lavorare con delle realtà plastic free, elemento che abbiamo cercato di portare con noi. Abbiamo scelto delle residenze dove lavorare in cui gli elementi sostenibili siano tali da produrre dei modelli alternativi. Bisogna intraprendere delle azioni step by step, un inizio di un processo per arrivare a cambiare le cose”.

Porterete il vostro progetto al festival di Sanremo? O in alternativa altrove?

“Noi in quest’anno di lavori creativamente stimolanti abbiamo fatto dei concerti particolari, che noi chiamiamo 'Karma Clima experience', dove andiamo a confonderci con la natura, in alture ospitali o in luoghi come Risorgimarche. Questo percorso ci ha portato delle consapevolezza importanti che abbiamo verificato essere arrivate anche al nostro pubblico. I nostri ammiratori ci chiedono di continuare su questo livello che ha una sua chiara identificazione all’insegna dell’empatia. Questo disco è fortemente empatico, nonché poetico: cerca la condivisione, cerca l’affratellamento e non guarda all’ombelico. Stiamo anche ricevendo una serie di contatti dal mondo green e della sostenibilità. Tutto questo ci fa capire che in questo momento la concentrazione deve essere mantenuta su questo percorso. Quindi al momento la nostra testa non è a Sanremo”.

In che modo avete cercato di tradurre la sostenibilità come tematica nella ricerca dei suoni, considerando la grande sperimentazione?

Davide Arneodo: “Marlene Kuntz voleva rompere gli schemi di trent’anni di scrittura musicale. Se generalmente si partiva dalla scrittura con le chitarre, è evidente che si è partiti da una scrittura con pianoforte e tastiere. Questo ha comportato un cambio musicale notevole. Dal punto di vista della sostenibilità, abbiamo voluto scrivere in determinate residenze. Lì abbiamo portato strumenti reali. Dal punto di vista sonoro, tutto ciò che è elettronico o strumentale è reale. Come noi eravamo reali nel confrontarci con le comunità, anche gli strumenti erano reali. C’è gente che non ha ancora capito cosa abbiamo fatto, ma non c’è nulla di finto. Noi abbiamo coinvolto realtà dell’ambiente e realtà musicali, cose che non sono comuni al giorno d’oggi”.

Riccardo Tesio: “Credo che l’empatia e la coralità si sentano anche nella musica. Il nostro desiderio era quello di comunicare questo progetto soprattutto ai nostri coetanei. Noi siamo conosciuti per una componente di rabbia, anche musicale, ma questo progetto non ha bisogno di rabbia: ha bisogno di concretezza e magari di poesia. Le frasi urlate non funzionano con chi non conosce il problema, anzi vengono rifiutate”.

Si parla molto della natura, ma anche del rapporto genitore-figlio. Che consiglio volete dare alle nuove generazioni?

Cristiano Godano: “C’è una parte consistente del mondo delle giovani generazioni che è molto attrezzata per gestire la questione. Chiaramente alludo alla tribù dei Fridays for Futures. Conoscendoli, ho avuto l’impressione che questi siano ragazzi determinati e consapevoli. Vogliono prendersi in mano il futuro perchè non si fidano più di noi e della nostra ignavia. Non sono così sicuro di avere dei consigli. Provo a dare dei consigli a mio figlio, che però non ha questa attitudine di impegno civico marcato. I miei consigli si trasformano in qualcosa di pragmatico: perché per come si sta per impostare il mondo, cos’altro posso dire se non che l’umanità andrà in una direzione spietata, che potranno salvarsi i potenti che hanno soldi? Ai giovani posso solo dire che ripongo in loro una fiducia massima, la loro determinazione è lucida e consapevole. Non ho visto ragazzi inclini al casino, sono persone molto determinate. E non sono pochi”.

Prossimamente partirete in tour…

“Questo tour nei club è un tour dove ci siamo decisi a non smascherare il potenziale vero del tour di 'Karma Clima', che sarà da fine febbraio 2023 in avanti. Vogliamo suonare questo disco nei teatri, dove funzionerà meglio. In questo tour i Marlene Kuntz faranno i Marlene Kuntz con molti ingredienti rock e inseriscono qualche pezzo del disco nuovo, come accade sempre. Questo nuovo disco deve essere assimilato e tra un anno la gente comincerà a volere in scaletta molti pezzi di 'Karma Klima'. Ma questo disco per noi è nel solco di una demarcazione ben precisa e siamo realmente determinati ad andare in questa direzione, è opportuno che si strutturi un disco che questa volontà la manifesti nel miglior modo possibile. Quindi, tour nei club rock alla Marlene con ingredienti nuovi del disco e tour nei teatri nella prossima stagione con una presenza più cospicua del nuovo sound dei Marlene. Ovviamente non si tratta di rinnegare il sound precedente dei Marlene, ma siamo consapevoli che vogliamo anche perlustrare nuovi territori”.

Questa follia come la fermiamo? I social potranno aiutare a fare la differenza?

Cristiano Godano: “Io faccio veramente fatica a immaginare che si riesca a utilizzare il telefono in maniera profittevole, perché non riesco ad andare via da quello che ho raccontato ne ‘La fuga’, dove parlo male dei social. Quando noi siamo attaccati al telefono, siamo al loro servizio. La prima cosa che mi viene in mente quando accendo il telefono è che siamo al servizio del loro business. Noi produciamo dati che poi vengono gestiti da grandi milionari scandalosi. I nomi più in rilievo sono quelli di Zuckerberg e Bezos… Il business di Amazon non è nella vendita di prodotti a buon mercato, il vero business è la vendita dei dati. Noi siamo sempre più profilati. Ma il potenziale di un cellulare è clamoroso e potrebbe essere sfruttato. Servirebbe però una gestione delle forze ‘benevole’ dell’umanità e non da quelle ‘maligne’. Penso anche alle potenziali manipolazioni, come la propaganda russa che fa tifare Putin alla gente. Posso dire che le possibilità di arginare un fenomeno già in atto siano due: o le nuove generazioni riusciranno a trovare delle soluzioni attraverso la scienza o si passa attraverso la consapevolezza della gente. Faccio un esempio paradossale e parossistico: se per incanto domani ci svegliassimo e 7,5 miliardi di persone chiedessero un cambiamento, ci sarebbe di colpo un grande interesse da parte di tutti i centri di potere e delle lobby. Le economie andrebbero in un’altra direzione. È la gente che deve urlare ‘salvateci’. E secondo me questa cosa sta per accadere: tra 20-30 anni la gente inizierà a chiedere qualcosa. Cosa possono fare i Marlene Kuntz? Quello che stanno facendo: nel loro piccolo, creare spunti di riflessione. Il nostro disco non guarda al suo ombelico, non è vanitoso, non è un disco di pura vacuità: è un disco di poetica sostanza o di sostanziale poesia che prova a suggerire una riflessione. E ogni persona che noi saremo riusciti a ‘convertire’ sarà il nostro personale gol”.

Com’è nata la collaborazione con Elisa?

Cristiano Godano: “Avevamo questa canzone, ‘Laica preghiera’, io desideravo diventasse un duetto. C’è stata una convergenza nei confronti di Elisa. Lei è una reale ammiratrice dei Marlene Kuntz, la ricordo sotto i nostri palchi una ventina d’anni fa in Friuli. E lei apprezza la musica di qualità, non è una persona sfacciatamente e ottusamente mainstream, chiusa all’ascolto delle cose belle. Lei è molto attiva, ascolta un sacco di cose raccomandabili e anche da questo punto di vista era logico rivolgersi a lei. L’ho chiamata e si è rivelata molto contenta e mi ha parlato dei suoi progetti, a partire dell’Heroes Festival, di cui è direttrice artistica.

Ci siamo anche ritrovati ad essere suoi ospiti con un talk, con un magnifico momento di pura improvvisazione, poi replicato anche alla Mole Antonelliana. Ci auguriamo di poterla ripetere ancora, è una grande opportunità portare in giro questo spettacolo fatto di musica mai uguale a se stessa”.

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