Cultura e Spettacoli

"Il talk non è finito, ma servono le idee" parola di Costanzo

In un'intervista, Maurizio Costanzo, da 27 anni sul piccolo schermo, tratteggia una televisione in piena crisi creativa

"Il talk non è finito, ma servono le idee" parola di Costanzo

Maurizio Costanzo torna a parlare di televisione. Ha deciso di farlo sulle pagine di Libero dove si è concesso alcuni giudizi sul panorma televisivo italiano e il suo futuro. Bocciato senza esitazione il genere del talk show, non tanto per il genere in se, ma per la mancanza di idee innovative. I produttori si ostinano a rifare il lifting a un programma stanco. "Il problema che abbiamo noi in Italia è che sono tutti programmi politici. Il talk è altro!"

In più i talk della nostra televisione hanno perso di vista il racconto della realtà. "Sono specchi di loro stessi e i dibattiti interessano poco agli italiani. Se in casa c’è il ragionier Fraschetti ed ha la televisione accesa su un talk politico vorrei chiedergli, quando il programma è finito: me dice de’ che hanno parlato? Di niente". Mancano gli autori e le idee.

Un'operazione salvezza potrebbe essere quella messa in piedi da Cairo con La7. "A me piace l’idea di fare una rete come quella pensata da Cairo, una sorta di Cnn all’italiana, ma deve lavorare all’interno dei prodotti. Di sicuro con la scelta fatta si distingue dagli altri". Le altre emittenti finiscono per assomigliarsi sempre di più. Parlare di Rai o Mediaset sembra non avere più senso. E così anche Costanzo finisce per alzare il volume della televisione solo per SkyTg24. "Sono convinto che i canali all news siano il futuro".

E i migliori presentatori secondo l'uomo che fa tv da 27 anni? "Ad oggi direi Santoro, Floris e Giannini. Gli altri se la vivono insieme.

Ah, ovviamente Bruno Vespa, ma lui è una storia a parte rispetto agli altri".

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