Neppure la guerra può fermare Montalbano

Neppure i terribili ricordi della seconda guerra mondiale possono scalfire Montalbano che continua a lavorare nella città più "pericolosa d'Italia"

Neppure la guerra può fermare Montalbano

Non possiamo che ripeterci e fare i complimenti a Luca Zingaretti, a tutta la sua squadra, alla casa di produzione Palomar e a Rai Fiction per l'ennesimo successo del Commissario Montalbano. Lunedì sera l'episodio Un diario del 43 ha catturato più di dieci milioni di spettatori, per il 43,3 per cento di share. È il quarto miglior risultato nella storia della fiction, l'episodio della settimana scorsa è risultato il terzo. Insomma, nonostante siano passati vent'anni dall'esordio alla televisione, Montalbano non conosce erosione, perdita di appeal, momenti di stanchezza, anzi piace più che mai. Le rughe, l'età, i tanti delitti affrontati, i dolori nella vita, pure i terribili ricordi della seconda guerra mondiale, non hanno scalfito il Commissario che continua a lavorare nella città più «pericolosa d'Italia».

Certo, come nei romanzi di Camilleri, le trame sono così intrecciate che a volte si perde il filo del discorso e ci si innervosisce per alcuni personaggi troppo macchiettistici. Ma, che importa, a Montalbano si perdona tutto, tanto lui è buono e giusto per antonomasia. Stracciati tutti gli altri programmi in concorrenza, anche Realiti Sciò di Raidue, fermo al 3 per cento di share.

Unico resistente Nicola Porro, che anche questa settimana riesce a racimolare il 5 per cento di share con 950.000 spettatori che hanno preferito informarsi sulle vicende giudiziarie dei genitori di Renzi piuttosto che su quelle del Commissariato di Vigata.

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