«Ti porto con me», la storia di un dolore femminile

Elena D'Alessandri

Castiglione delle Stiviere. Ospedale psichiatrico giudiziario. Una giornata uguale a tutte le altre in una stanza a piano terra. Due donne indossano lo stesso abito, grigio. Maria e Anna (Lucia Lavia e Giulia Galiani) dividono, loro malgrado, una stanza asettica illuminata da luce al neon; dividono il letto, così come le loro tormentate esistenze. Sono delle assassine, entrambe. Hanno ucciso i loro figli, piccoli. Maria e Anna condividono un'esistenza faticosa, senza speranza, trascinandosi in giornate grigie, sempre uguali, scandite dalla monotonia, travagliate dai ricordi delle vite precedenti. Parlano, litigano, ripensano, soffrono. Tutto questo sotto il vigile sguardo di un personaggio proiettato, sorta di anima nera che sorveglia questa stanza soffocante. Proprio come accadeva nella tragedia classica, il pubblico partecipa alla storia attraverso la narrazione di una terza donna Giovanna Giuda che ha il ruolo di «coro».

Ti porto con me ha aperto la stagione di Eliseo Off, rassegna che esplora il teatro d'autore contemporaneo nel foyer di II° balconata. In scena fino al 26 febbraio, un'eccellente performance che vede insieme i due figli di Gabriele Lavia.

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