Tutte le trame che hanno portato all'8 settembre

Si è arrivati tramite un lungo percorso in cui i limiti delle forze italiane armate sono stati enfatizzati dagli atteggiamenti degli alti comandi

Tutte le trame che hanno portato all'8 settembre

La «Biblioteca storica» del Giornale da oggi propone l’indagine di Piero Baroni, 8 settembre 1943. Il tradimento. Oggetto delle ricerche, la presenza di spie, fin dallo scoppio del conflitto, nei comandi della Marina e dell’Aeronautica. Il libro getta così nuova luce sull’armistizio di Cassibile.

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Se c'è una data simbolo del disastro militare italiano durante la Seconda guerra mondiale, questa data è l'8 settembre del 1943, di cui a breve cade l'anniversario. Ma all'8 settembre si è arrivati attraverso un lungo e complesso percorso in cui i limiti oggettivi delle forze armate italiane sono stati tragicamente enfatizzati da scelte politiche e dagli atteggiamenti degli alti comandi. Ed è proprio questa zona grigia che viene indagata nel saggio in allegato da oggi con il Giornale (a euro 7,50 più il prezzo del quotidiano).

Il giornalista Piero Baroni in 8 settembre 1943. Il tradimento esamina i rapporti intercorsi tra alti ufficiali della Marina e i servizi segreti americani durante il conflitto. Ben prima dell'armistizio di Cassibile.

Quella di Baroni è una tesi forte ma con una sua valida base documentale. Ovvero che all'interno degli alti comandi italiani, soprattutto in Supermarina, ci fossero ufficiali che decisero di mantenere contatti con l'Oss (il servizio segreto americano) e di assecondarne le richieste ben prima del cambio di fronte dell'Italia monarchica. Baroni prende in esame tutta la condotta delle operazioni belliche a partire dal 1940 evidenziando le scelte tattiche o logistiche più dissennate che vennero prese in quegli anni. Tutti errori?

Tra gli esempi citati l'incredibile occasione mancata dalla Marina italiana durante la battaglia di Punta stilo (9 luglio 1940) o la strage dei sommergibili italiani, quasi tutti colpiti da unità in agguato che sembravano conoscerne la rotta. Ma questi episodi sono solo la punta dell'iceberg di una serie di condotte difficilmente spiegabili: sotto utilizzo delle nostre navi più armate, scelte clamorosamente scellerate nel trascurare alcuni armamenti (come gli aerosiluranti o il radar), informazioni vitali non trasmesse da un comando all'altro. Altri volumi oltre a quello di Baroni hanno preso in esame questi elementi, ad esempio Fucilate gli ammiragli (1987) di Gianni Rocca o il lavoro pionieristico di Franco Bandini: Tecnica della sconfitta (1969). Ma Baroni è attento soprattutto ai rapporti segreti tra l'Italia e Washington e all'operato degli agenti americani in Italia. In sostanza Franklin Delano Roosevelt, che aveva sempre guardato con favore al regime fascista, prima pensò di utilizzarlo in chiave anti inglese e poi cercò di andare rapidamente verso una pace separata manovrando tutte le sue «pedine» italiane.

Ovviamente di queste trame in molti casi restano solo indizi.

E la discussione storiografica è aperta. Ma indubbiamente il libro di Baroni evidenzia la possibile presenza di una «volontà di sconfitta», o almeno di uscita dal conflitto e di cambio di fronte, che serpeggiava in certi ambienti, che non può essere ignorata.

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