Tutti gli storici contro il Ministero che cancella... l'esame di storia

Tutti gli storici contro il Ministero che cancella... l'esame di storia

L'abolizione del tema storico tra le tracce della prima prova dell'esame di maturità non ha suscitato troppo scalpore. La decisione viene da lontano, reca l'impronta dell'ex ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli e della commissione presieduta da Luca Serianni, grande linguista. Ma ora gli esperti (e non solo) hanno capito e scrivono una lettera aperta al neo-Ministro, Marco Bussetti. Tutte le principali associazioni di storici chiedono una «rapida revisione del documento della commissione Serianni» e propongono al Ministro un incontro immediato «per illustrare le ragioni e le modalità mediante le quali emendarlo».

La lettera va giù dura: «Si tratta di un'immotivata novità che riduce di fatto la rilevanza della Storia come disciplina di studio». Svilire la storia nella formazione scolastica significa inoltre «accelerare, forse senza rendersene conto, un processo già in atto di riduzione del significato dell'esperienza del passato come patrimonio di conoscenze per la costruzione del futuro». Il ministero replica che la storia sarà presente nelle altre tre tipologie di tema (analisi del testo, testo argomentativo, tema di attualità).

Il gesto simbolico di cancellare la storia rimane. Si dice che il tema di storia sia sparito perché lo sceglievano in pochi. Insomma, non aveva l'X Factor e per questo ha ottenuto il no della giuria ministeriale. La conoscenza storica è un baluardo della società aperta. È lo strumento più utile per capire quanto sia fragile la democrazia, un miracolo nato in un piccolo territorio, appendice dell'Asia, che si chiama Europa. Solo la storia impedisce a chi è «nativo democratico» di identificare la democrazia con i suoi difetti e di assolutizzare i mali della nostra epoca. Di fatto, nonostante tutte le storture, le democrazie liberali hanno allargato, dopo secoli di errori e sangue, il campo dei diritti tutelati. L'aspettativa di vita, rispetto a pochi decenni fa, si è allungata e ancora continua a crescere. Purtroppo, gli studi umanistici sono messi nell'angolo.

Ricordate, ad esempio, la polemica sulla storia dell'arte o quella sulle traduzioni dall'italiano al latino? Come giudicare, se non una sciagura, il 3 più 2 nelle facoltà umanistiche? Si perde tempo, prima ci si laureava in 4 anni, e alcune discipline, le più utili per formare spiriti liberi, come la filologia, sono quasi dimenticate. A meno che l'idea sia proprio cancellare gli spiriti liberi...

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