Emanuele BeluffiLamberto Teotino con l'inedita serie fotografica L'ultimo Dio si concentra sulla res cogitans: la mente, o l'io e i suoi (molti) sé. Mentre il precedente progetto era improntato a un minimalismo espositivo (perché less is more), l'esito di L'ultimo Dio è invece un ordinamento a forte vocazione museale: illuminazione e presentazione delle opere (tutte su carta di cotone Hahnemuhle montata su aludibond con cornice in legno pregiatissimo) sono studiatissime e (anche) qui le dimensioni contano. Vedrete lavori di medio e grande formato (tutti in 3 edizioni + due prove d'artista, si va dai 2.200 euro per un 37 x 47 cm ai 9.200 per un 130 x 190) , frutto di un lungo lavoro di selezione di immagini in bianco e nero recuperate da archivi digitali, da cui i volti sono stati «tolti» e inglobati ex post in concrezioni modulari di varia natura e modulazioni frattali.
Infatti secondo le ultime acquisizioni della scienza cognitiva la struttura dei frattali avrebbe un corrispettivo isomorfico nella nostra architettura cerebrale ed è per questo valore «archetipico» comune che nei soggetti di Teotino l'«inséità» è spinta al punto estremo del solipsismo magico e «paganissimo» che, come c'insegna(va) «Gianfalco» Papini, rende ognuno di noi Dio.Gli uomini «geometrici» di Lamberto Teotino
In mostra la sua inedita serie fotografica «L'ultimo Dio»
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