Cultura e Spettacoli

"Vaff...hater, siete delle m...": Bugo senza freni

Il cantautore di Rho protagonista a "Pechino Express" con l'amico Cristian Dondi: "Maldicenze? Me ne fotto, ma tanto pregiudizio nei miei confronti"

"Vaff...hater, siete delle m...": Bugo senza freni

Negli ultimi due anni ha parlato poco, ha preferito il silenzio stampa alle facili polemiche. Ma non ha mai nascosto una certa insofferenza a certe critiche e prese in giro, arrivate soprattutto sui social ma anche in tv, a opera dei soliti presunti intellettualoni. Dopo due festival di Sanremo, per Bugo si sono aperte le porte di “Pechino Express”, un’esperienza vissuta insieme al suo migliore amico, Cristian Dondi. Una grande opportunità per il cantautore di Rho per farsi conoscere meglio, ma non solo: ecco le sue parole ai nostri microfoni.

Perché ha deciso di accettare questa sfida?

“Mi è stata proposta l’estate scorsa. Non conoscevo bene la trasmissione, mi sono informato e ho scoperto una realtà simpatica, non come un reality qualunque. Questo mi ha convinto a partecipare. E l’ho fatto anche perché il mio compagno di viaggio è Cristian Dondi, il mio migliore amico. Altrimenti credo che non l’avrei fatto, sapendo che sarei andato incontro a momenti complicati. Lui è un tipo molto simpatico e molto televisivo, hanno accettato con entusiasmo la mia proposta”.

Un’esperienza come “Pechino Express” può aiutare a conoscersi meglio…

“Cristian lo conosco da trent’anni, è stato il mio testimone di nozze. Ne abbiamo passate tante insieme. Avere lui al mio fianco mi ha fatto capire anche delle cose di me che posso mitigare. Grazie a lui mi sento migliorato. Come si è visto durante la prima puntata, durante ‘Pechino’ i momenti difficili non mancano e Cristian è stato bravo a smussare certe mie spigolosità. Si può sempre imparare, ma ero sicuro che partecipare a ‘Pechino’ avrebbe messo in luce alcune miei lati: lui mi ha superato a superare certe difficoltà”.

Qual è la cosa che le è mancata di più durante il viaggio? Juventus esclusa…

“Noi non avevamo contatti con l’Italia. Non ho potuto sentire mia moglie e mio figlio, non ho potuto leggere le notizie sulla Juve. La presenza di Cristian mi ha fatto mancare tutto di meno, ma non poter mandare un messaggio al mio bimbo di cinque anni è stato difficile. Poi io non sono molto attaccato alle quotidianità come bere il caffè al mattino, questo l’ho superato abbastanza facilmente”.

Era preoccupato per la possibile reazione dei fan per questa esperienza? Come l’hanno presa?

“Io ho sempre trattato i miei fan con grande spontaneità e questa cosa è sempre stata ripagata. Anche quando sono andato a Sanremo non ci sono stati scandali, a differenza di quanto capitato ad altri miei colleghi, massacrati dai seguaci. Io sono molto spontaneo e i miei fan lo sanno: faccio le cose perché mi va di farle, non mi serve fare vedere a nessuno che sono bello o che sono bravo, anzi mostro sempre i miei difetti. Non faccio le cose per svendermi. Nessuno ha detto: ‘Ma che cazzo è diventato Bugo?’”.

C’è grande naturalezza nella vostra coppia…

“Non abbiamo costruito nulla. Siamo due amici che fanno un viaggio con una camera che li riprende. Noi siamo competitivi di carattere, ma la gente vuole divertirsi: non posso mettermi a fare lo sgambetto a un altro concorrente. Certe scene, come quella dello zaino dimenticato, fanno sorridere e la gente vuole anche quello: non è mica il campionato di atletica (ride, ndr). Bisogna trasmettere messaggi positivi, non puoi metterti lì a fare lo stronzo”.

Cosa ne pensa di quello che sta succedendo un Ucraina? Su Twitter ha definito Putin “egomaniaco depresso” e “sfigato”…

“Di quello lì non voglio neanche parlarne. Ci tengo a parlare delle iniziative della Nazionale Cantanti con Fondazione Progetto Arca: è già partito un primo convoglio di aiuti. Mi sono esposto perché mi è sempre piaciuto aiutare gli altri: quando viene chiesto un mio apporto, ci sono. Veicolare un messaggio positivo mi sembra il minimo, non bisogna dimenticarsi che c’è gente che sta peggio di noi. Possono sembrare dei messaggi banali ma la guerra non è mai banale”.

Tornando a "Pechino", avete trovato sintonia con una coppia in particolare?

“Non ci incontravamo molto in giro con le altre coppie. Noi abbiamo legato con tutti. Ci siamo posti in un certo modo, senza voler danneggiare gli altri. Abbiamo fatto la nostra gara, abbiamo scherzato con tutti. E poi siamo noi la coppia più simpatica (ride, ndr). A parte gli scherzi, abbiamo trovato sintonia con tutte le altre coppie”.

Dopo "Pechino Express", quali sono i prossimi progetti? A proposito di programmi targati Sky: un’avventura come "X Factor" la intriga?

“Perché no? Dipende dalla proposta. Quando stavo in India, tra il 2010 e il 2014, mi chiamarono per fare una chiacchierata. Poi la cosa non si concluse perché ero lontano, non sarebbe stato praticabile viaggiare spesso dall’Italia all’India. Se ci fosse la possibilità, non escludo nulla. Io ho il mio modo di prendere le persone e di intendere il rock&roll, saprei come fare. Ora sto registrando un disco nuovo, in questi mesi mi sto dedicando alla preparazione di pezzi nuovi. Stiamo lavorando molto, anche perché per i concerti non tira un’aria positiva”.

Sui social ha promesso di essere onesto con se stesso. Perché?

“L’esperienza di ‘Pechino’ mi auguro che faccia venire fuori chi sono, al di là di tutto quello che è successo in questi due anni. Mi sono sentito attaccato con un certo accanimento poco lucido, come se fosse diventata una moda prendermi in giro. C’è stato tanto pregiudizio nei miei confronti, alcune persone sono prevenute nei miei confronti, ma chi mi vede soltanto in tv non può conoscermi bene. Con ‘Pechino’ mi auguro che la gente conosca meglio la mia persona, con pregi e difetti. Ho fatto un certo silenzio stampa per due anni, molte cose non sono venute fuori. L’aspetto umano in certi casi è stato tralasciato e anche un po’ deriso in modo facilone da certi ambienti”.

C’è stata una maldicenza che le ha fatto male?

“Non me ne fotte niente delle maldicenze. Gli artisti che ascoltano chi li denigra sono fottuti: le maldicenze le dicono a tutti i cantanti. C’è chi ci soffre e chi se ne frega. Se avessi dato ascolto a tutto ciò che hanno detto sul mio conto negli ultimi due anni mi sarei già sparato. Ma a me non importa nulla, perché ho un certo carattere. Avrei potuto subire molto di più. Cosa possono dire nei miei confronti, che non so cantare? Intanto io ho fatto due festival di Sanremo e loro stanno a casa. Che sono juventino o paraculato? E allora? Non dobbiamo dare peso a quello che dicono contro di noi: se gli diamo peso, entriamo in un brutto circolo psicologico. Vaffanculo agli haters, sono delle merde da lasciare perdere”.

Pensa a un ritorno a Sanremo?

“Non escludo un ritorno. Le prime due volte mi ha invitato Amadeus, oggi c’è ancora lui alla direzione artistica. Dipende dal momento della mia carriera, se avrò il pezzo giusto e se sarà il momento giusto. Già venti anni fa dicevo di voler partecipare a Sanremo. È successo due volte, perché devo escludere la terza?”.

"Pechino Express", produzione Sky Original realizzata da Banijay Italia, è ogni giovedì su Sky Uno e in streaming su NOW.

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