«Il viaggio di Musica Nuda porta dal jazz fino ai Police»

Nel glaciale mondo dell'elettronica e del digitale, l'inedito duo Petra Magoni dall'incredibile voce e Ferruccio Spinetti (ex Avion Travel e mago del contrabbasso), in arte Musica Nuda, festeggia dieci anni di successi di culto con l'album Banda larga. Per la prima volta, nel disco, i due «vestono» il loro suono con l'aiuto di un'orchestra. «Ci siamo vestiti a festa per il decennale ma ovviamente è solo un episodio - precisa Petra - un sogno nel cassetto costoso per due che si autoproducono, cioè pagano di tasca loro».
Eppure hanno un pubblico fedelissimo che li ama e li segue e l'album dell'anno scorso, Complici, ha venduto 10mila copie (cifra rispettabilissima se si pensa che le rockstar Coldplay in Italia ne hanno vendute 14mila) e che la tournée in partenza il 21 febbraio dalle Marche li porterà in mezza Europa e - per la prima volta - a Londra.
Più di mille concerti, sette cd (tra i quali Quam dilecta, disco di musica sacra e classica) un dvd per una lunga carriera partita per caso. «Ci siamo conosciuti a una jam session del jazzista Roberto Piermartire e abbiamo improvvisato Roxanne dei Police in duo, nessuno avrebbe mai pensato ad un azzardo simile», ricorda la Magoni. «Ci siamo divertiti e abbiamo scoperto una perfetta alchimia sin dal primo momento», incalza Spinetti, che all'epoca stava abbandonando gli Avion Travel. Pochi giorni dopo si trovano in studio e preparano una trentina di brani in un pomeriggio. «Tutti pezzi jazz tradizionali e canzoni dai Beatles a Battisti. Poi abbiamo tenuto il nostro primo vero concerto in una chiesa sconsacrata». Ma la strada del successo è ancora tutta in salita. «L'agenzia che ci seguiva organizzava i nostri concerti con la formula “soddisfatti o rimborsati”, ovvero se non vi vanno bene non pagate. Noi non sapevamo nulla e quando l'abbiamo scoperto ci siamo rimasti un po' male, poi abbiamo capito quanto l'agenzia abbia creduto in noi».
È una coppia che funziona perché diametralmente opposta sia per carattere che per formazione artistica. Lei, da brava toscana, è molto dinamica, decisa, testarda; lui più meditativo, «più meridionale» si definisce. Petra nasce studiando musica sacra e antica e s'innamora del canto gregoriano «che non ha un ritmo definito, ma gli dà senso la parola» (nel '96 e nel '97 è stata tra i giovani a Sanremo «ma non avevo ancora capito me stessa»); Ferruccio passa dal basso elettrico al contrabbasso studiando prima classica e poi jazz con l'ex Perigeo Bruno Tommaso. Entrambi amano un po' di tutto, da Monteverdi ai Police, da Brahms a Thelonius Monk. Per questo i loro cocktail sono così raffinati senza cadere nell'intellettualismo fine a se stesso. «Siamo sperimentatori, facciamo canzoni a metà strada tra il colto e il popolare, mai masturbazioni musicali».

Anche le esperienze soliste son molto diverse; lei interpreta La regina della notte dal Flauto magico di Mozart con l'Orchestra di Piazza Vittorio; lui incide dischi «brasiliani» con gli InventaRio con ospiti come Caetano Veloso e Ivan Lins.

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