Si può parlare di cinema e di integrazione razziale con passione e leggerezza. Lo dimostra il curioso esperimento portato a termine da Matteo Pelligrini che ha presentato nella sezione Prospettive Italia il suo divertente «Italian movies». L’idea del film è uno spunto da Oscar: negli studi televisivi dove di giorno si gira una seguitissima soap-opera, di notte gli immigrati che si occupano delle pulizie e della sicurezza imparano a prendere dimestichezza con gli strumenti. Complice una porta rimasta inaspettatamente aperta e la necessità per il giovane Dilip (indiano) di filmare il matrimonio di una coppia di amici. Con i colleghi prenderà il materiale necessario e compirà la sua missione. Di necessità in necessità, la squadra eterogenea di «apprendisti stregoni» prende la mano e inizia a pensare alla grande a un business notturno: utilizzare gli studi televisi per immortalare le vite delle persone comuni. Tra arte, affari e cinema sociale il gruppo riuscirà nell’impresa di veicolare un messaggio affatto originale che esploderà proprio nel finale a sorpresa.
Scritto dallo stesso Pellegrini insieme con Paolo Rossi e Giovanna Mori, «Italian movies» si propone di mettere in risalto il contrasto tra la nostra mentalità europea, centrata sulle ragioni del profitto e dell’interesse individuale, con quella degli immigrati connotata da una maggiore sensibilità ed altruismo. E tutto questo non puntando sulla relazione tra i due gruppi etnici, bensì da ciò che le stesse telecamere rilasciano di quei due mondi, divisi e contrapposti.
Da un lato una soap-opera tradizionale e borghese, dall’altra mini-filmini autarchici, rozzi ma pieni di vita. Il cast del film è affollato di «attori» stranieri presi dalla strada con l’eccezione di Eriq Ebouquaney, Aleksei Guskov e il nostro Filippo Timi. Il risultato è esplosivo e incoraggiante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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