Comunque andare. E lei va. Senza sosta. Il titolo del nuovo singolo di Alessandra Amoroso è anche il suo slogan esistenziale. Dimenticatevi la ragazzina fragile: ora lei (che tra l'altro è in forma smagliante) si sta costruendo una carriera globale. Passo dopo passo. È appena tornata da un giro promozionale nell'America Latina. Portorico, Argentina e soprattutto Messico. «Mi hanno detto: finalmente un'altra artista italiana dopo Pausini e Ramazzotti. No, non facevano paragoni, semplicemente sono contenti di ascoltare la nostra musica». Non a caso, le radio messicane hanno portato nella top 10 delle playlist il suo brano Me siento sola. Ora che è tornata, è pronta a condividere con la sua Big Family (il suo rapporto con i fan sarebbe quasi da studiare) i primi concerti dopo la pubblicazione dell'album Vivere a colori, che è stato comunque un punto di svolta di quest'interprete lanciata dalla vittoria ad Amici nel 2009, e che dal vivo si vestirà di nuovi suoni.
Ma come, cara Amoroso, il disco è appena uscito e già cambia gli arrangiamenti?
«Non solo le canzoni di Vivere a colori. Quasi tutta la scaletta è stata rinfrescata, anche i brani che io ritengo i miei classici, come Estranei o Immobile, sono stati resi in chiave più moderna con suoni nuovi ma capaci di mescolare tradizione e novità. È un'idea che ho avuto con il mio produttore e non vedo l'ora di sfogarmi e cantare dal vivo. Non ne posso più di aspettare».
Perché?
«Dopo la pubblicazione del disco ho praticamente fatto solo interviste, ora voglio fare il mio mestiere...». (ride - ndr).
Nel frattempo il suo disco è uscito in 14 Paesi e ha superato quota 150 milioni di visualizzazioni su YouTube.
«In Messico la reazione del pubblico è stata pazzesca: quando mi ha incontrato, il presidente della Sony Latin si è scherzosamente inginocchiato. Tante radio hanno voluto intervistarmi e qualche volta in onda mi hanno chiamata i miei fan italiani... Un effetto commovente. Sono stata ospite di molti programmi tra i quali anche Despierta América che aveva già invitato Jennifer Lopez e Shakira».
E poi la sua «Family» sudamericana è cresciuta molto. E all'estero i suoi brani «valgono» tre milioni di streaming.
«L'affetto del pubblico mi colpisce sempre di più».
Questo è un suo leit motiv.
«Forse reagisco al fatto che, anche in Italia, si è più portati a criticare chi parla d'amore che chi parla di odio. Un paradosso».
A proposito di parlare: lei parla uno spagnolo fluente.
«Sempre avuta la passione per le lingue. La prima volta che sono andata a Miami per registrare il disco, ho preso due ore di lezione al giorno. Poi a Madrid ho fatto una full immersion con una professoressa. Ma già da bambina provavo a imitare i dialetti. Anzi, a dieci anni scrivevo i miei testi in inglese».
E ora cosa si aspetta?
«Nulla, cosa potrei volere di più? Spero di continuare a crescere e di rendere onore all'impegno che ci metto. Anche se è difficile spiegare quanta fatica stia facendo. Anche io, quando ero ragazzina e sentivo cantanti parlare di fatica, dicevo ma che se piagne quello?. In realtà si tratta di un impegno totale, una passione 24 ore su 24. Quando ho finito la promozione in Messico, mi sono messa a piangere, tanto ero esausta».
Ora i concerti (e anche le apparizioni come quella del 19 giugno agli Mtv Awards a Firenze). L'anteprima del Vivere a colori Tour il 27 al Palalottomatica di Roma è stata raddoppiata il 15 ottobre. Poi il 30 maggio sarà al Forum di Milano e da ottobre molte altre date.
«A Roma sul palco ci saranno giochi grafici e laser, insomma un concerto molto visuale, oltre che musicale».
E poi?
«Magari quest'estate, o in autunno, tornerò in Sudamerica per cantare in eventi dal vivo».
E dopo il tour in Italia che progetti ha?
«Mi piacerebbe fare un
progetto musicale diverso: cantare dei duetti con Marco Mengoni. È buono, introverso, è un mostro di eleganza e ha un talento in-di-scu-ti-bi-le. Registrare con lui, che vorrei andare ad applaudire a Roma, sarebbe fantastico».
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