Cultura e Spettacoli

Voto dei giovani decisivo. Lauro è la rivelazione tra accuse e polemiche

Il cantante di «Rolls Royce» scatena entusiasmo, ma sbanda sulla droga. La Bertè vera sorpresa

Voto dei giovani decisivo. Lauro è la rivelazione tra accuse e polemiche

dal nostro inviato a Sanremo

Ci siamo quasi: inizia la caccia al vincitore. Domani sera uno dei 24 artisti in gara vincerà il Festival, c'è la solita sarabanda di favoriti (Ultimo, Arisa, ecc...) e naturalmente qualche polemica di rito. Al centro c'è l'ex sconosciuto al grande pubblico Achille Lauro. Dopotutto era previsto. Il suo brano Rolls Royce, che qui a Sanremo ha scatenato l'entusiasmo delle sciure che aspettano questo dirompente romano per farsi un selfie, sarebbe un elogio della droga. Lo strilla Striscia La Notizia. «Rolls Royce è l'ecstasy». In pratica, su tante pastiglie di droga c'è il simbolo della Rolls Royce, ossia la famosissima statuetta (una donna con le braccia aperte e le vesti gonfiate dal vento). Il nome della statuetta è «Spirit of Ecstasy», è stato creato tanti decenni prima dell'ecstasy ma ora sembra fatto apposta per questa droga sintetica. «Ma tutto questo Achille Lauro non lo sa (o finge di non saperlo)», dice Striscia. «Uno che è stato pusher non sa quello che sa chiunque frequenti le discoteche?».

In realtà Achille Lauro, che ha un passato trasgressivo ed è anche sotto accusa per un presunto plagio ai danni degli Smahing Pumpkins, ha subito replicato: «La Rolls Royce è uno status e il mio brano parla di tutte le icone mondiali, da Hollywood alla musica. Però mi fa piacere che non critichino la canzone, anzi che tutti dicano che sia bella». Comunque ci sono pastiglie di ecstasy che si chiamano «Starbucks» o «Donald Trump» e «Mitsubishi» e quindi, se si dà credito a questa tesi, chiunque parlasse del presidente degli Stati Uniti o di quella casa automobilistica farebbe apologia dell'uso di stupefacenti. Oltretutto, nel brano di Achille Lauro ci sono riferimenti a icone rock come Elvis Presley o Rolling Stones o Billie Joe dei Green Day o Axl Rose dei Guns N'Roses, che però non sono mai state accostate all'ecstasy. Ieri sera, Valerio Staffelli ha consegnato il Tapiro ad Andrea Delogu, colpevole di aver incensato la canzone. Prima lei si è scusata, poi, nel corso di un confronto con Achille Lauro su Radio2, si è chiarito l'equivoco, con tanto di precisazione del cantante: «Non è che la droga faccia male, è anche un problema vero da risolvere e da combattere». È il Festival, bellezza, e tutto si amplifica fino all'inverosimile.

E anche la ragione sociale di Sanremo, ossia la nomina di un vincitore, in queste ore è come lo spread, cioè sensibile a qualsiasi spiffero polemico. Tra i favoriti si conferma Ultimo, che ha un brano «dressed to kill», cioè programmato per vincere (a meno che anche questa espressione non venga considerata un'istigazione all'omicidio). Ma altri, come confermano anche le quote Sisal Matchpoint, puntano a sorpresa al primo posto. Ad esempio Loredana Bertè, che ieri sera era seconda alla pari di Simone Cristicchi, un altro che all'inizio era lontanissimo dall'ipotetico podio. Poi Arisa, che ha pure dimenticato un verso della canzone durante la seconda esibizione, ma rimane tra i primi quattro con Daniele Silvestri. Poi Il Volo. Nigiotti in crescita, Renga in calo e via dicendo. A condizionare in modo decisivo la vittoria finale con il televoto sarà il pubblico più giovane da diciannove anni a questa parte. Al netto delle cifre, il risultato di ascolti della seconda serata tra i ragazzi compresi tra i 15 e i 24 anni è più alto tra tutte le fasce di età. Per capirci, gli ultrasessantenni hanno registrato il 49,3% di share. È ovvio che sia decisiva la presenza nel cast di alcuni idoli adolescenziali o pre-adolescenziali, come Achille Lauro, Ultimo, Irama e Ghemon. A loro arriverà quindi una valanga di televoti, che poi dovrà combinarsi con le scelte della Giuria di qualità, della sala stampa e della demoscopica. Come ha sottolineato Baglioni, «qui c'è un repertorio più aderente alla realtà», e la realtà è che il pubblico pop è sempre più giovane. All'Ariston come nelle classifiche streaming, l'età media della musica leggera si abbassa o si estremizza. E quindi prepariamoci ad aver un vincitore under 30 (Ultimo o Ghemon o Irama). Oppure over 60 stile Bertè.

L'età media dei cantanti è come la borghesia, praticamente ormai estinta.

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