La cura dimagrante per gli organici nel repertorio barocco è la chiave di volta dell'interpretazione cosiddetta «storicamente informata». Per godere due capolavori esaltanti di Bach (il Magnificat) ed Händel (Dixit Dominus) bastano una decina di archi, le coppie di fiati e il fagotto, tre agili trombe, timpano e organo. E solisti-coristi educati al canto agile. In acustiche coeve (il beghinaggio di S. Agnese a Truiden e la Chiesa vallona di Amsterdam), l'eccellente gruppo belga Vox Luminis ci offre una lettura affascinante.
Il «tutto» torna alla dimensione raccolta della pratica musicale barocca, estranea ai clamori concertistici del passato, dove gli ottoni spigolavano rauchi e il basso continuo arrancava dietro masse corali e orchestrali elefantiache.
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