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Ora William vuole trasformare il Palazzo in un rifugio per clochard

Il principe William sarebbe deciso a migliorare la condizione dei senzatetto offrendo come rifugio uno dei palazzi reali del ducato di Cornovaglia

Ora William vuole trasformare il Palazzo in un rifugio per clochard

La nuova iniziativa umanitaria del principe William sta creando scalpore: offrire un rifugio ai senzatetto donando uno degli edifici del ducato di Cornovaglia. Stando al Telegraph il duca di Cambridge avrebbe già inviato il suo staff a esaminare le residenze, per scegliere la più adeguata. I tempi dell’impresa, però, non sono chiari, soprattutto perché tutte le proprietà del ducato appartengono al principe di Galles, ovvero Carlo.

William come Lady Diana?

Il principe William ha sempre avuto a cuore la causa dei senzatetto per un motivo molto particolare: nel 1993, insieme a Lady Diana e al principe Harry, visitò la charity “The Passage”, che si prende cura delle persone senza casa e in difficoltà economica. Un ricordo che deve essere rimasto indelebile nella memoria del duca, il quale è tornato a visitare l’ente lo scorso settembre e, prima di andarsene, ha dichiarato: “Ogni volta che vengo qui sono toccato dalla dignità e dal rispetto che mostrate a ogni persona che entra da questa porta”. La stessa causa lo portò, il 21 dicembre 2009, a voler capire in prima persona cosa significa non avere nulla, trascorrendo una notte accanto ai senzatetto, in una stradina londinese.

Ora questo impegno per migliorare la condizione di vita degli homeless si è rinnovato con l’idea di mettere a disposizione non un edificio comune, ma una proprietà regale. “Il suo progetto è migliorare il più possibile la condizione dei senzatetto, soprattutto in questo periodo di pandemia”“, ha rivelato un insider. Sembra che il principe, proprio come fece sua madre, voglia insegnare anche ai figli che i privilegi di Palazzo non sono scontati: “Capita che nel tragitto da Kensington Palace a scuola vedano persone tra i cartoni e mi chiedano perché non vanno a casa…Ogni volta che vedo qualcuno che dorme per strada lo faccio notare e ne parliamo”. Iniziative lodevoli, ma davvero dietro non c’è un minimo di calcolo?

Iniziativa lodevole oppure operazione per salvare la Corona?

L’impegno del principe William è encomiabile, però non possiamo fare a meno di pensare che arrivi nel momento giusto. Dopo le frecciate dei Sussex e, soprattutto, in concomitanza con lo scandalo Epstein, che ha fatto colare a picco la reputazione del principe Andrea, c’è bisogno di qualcuno che faccia risplendere l’immagine della Corona. Chi meglio del duca di Cambridge? La sua credibilità e la sua popolarità sono alle stelle e l’idea di mettere a disposizione una delle residenze dei Windsor fa avvicinare i sudditi alla monarchia, la rende più democratica ai loro occhi. Questo nella teoria. La pratica è un’altra questione. Ciò non significa che William non creda in ciò che fa. Vuol dire, semmai, che ha imparato a conciliare ciò che è meglio per la Corona con il suo impegno umanitario.

C’è solo un piccolo dettaglio: le proprietà del ducato di Cornovaglia non appartengono al duca di Cambridge, ma al principe Carlo. Non è scontato che l’erede al trono sia d’accordo con il figlio e, d’altra parte, alcune delle idee di William sui privilegi royal rasentano il politicamente corretto. In proposito l’Express ha citato un aneddoto, riportato dall'esperto Robert Jobson, su una discussione avvenuta tra Carlo e il principe William diversi anni fa: “…William aveva detto all’etologa Jane Goodall che avrebbe voluto vedere distrutto tutto l’avorio di Buckingham Palace”. Parliamo di più di 1200 opere d’arte, alcune di centinaia di anni. Jobson rivela che il principe William e Carlo avrebbero avuto“un franco scambio di vedute” e l’erede al trono avrebbe definito il primogenito “un ingenuo”.

L’esperto prosegue: “Carlo apprezzava i sentimenti del figlio, ma credeva ci fosse una grande differenza tra l’intervento contro il commercio illegale [d’avorio] e l’ordine sbarazzarsi di una collezione storica di enorme valore di manufatti che appartengono alla Royal Collection Trust”. Forse, a volte, gli slanci umanitari del principe William hanno una punta di perbenismo che andrebbe ridimensionata?

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