Cultura e Spettacoli

Gli yuppie all'incontrario. Aldo, Giovanni e Giacomo se la ridono della crisi

Il trio comico sta preparando il film-commedia di Natale, storia di un broker fallito e dei suoi strani assistenti...

Scena del film "Il ricco, il povero e il maggiordomo" con Aldo, Giovanni  e Giacomo
Scena del film "Il ricco, il povero e il maggiordomo" con Aldo, Giovanni e Giacomo

Si accomodano sulle poltroncine con l'aria di chi sta facendo un break sul lavoro. E in effetti è così. Stampa, tv e addetti ai lavori sono l'equivalente del caffè alla macchinetta: due battute e poi si torna «a laurà». Alle loro spalle, una grande vetrata che è poi solo un segmento di un intero perimetro trasparente a 360 gradi in cima alla Diamond Tower. Da qui, al venticinquesimo piano del più alto edificio italiano in struttura portante metallica, è come se si rubasse, legalmente, un pezzo di cielo meneghino.

In questo angolo futuristico di Milano in Porta Nuova, a poca distanza dagli altri nuovi grattacieli che hanno modificato lo skyline della città, Aldo, Giovanni e Giacomo hanno costruito uno dei set principali (anzi, due tra le 65 location milanesi) del loro ultimo film Il ricco, il povero e il maggiordomo, diretto a otto mani dal terzetto insieme al giovane Morgan Bertacca. «Lui è un perfetto prodotto della nostra cantera - scherza Giacomo che col pensiero calcistico non stacca mai - Morgan lavora con noi da dodici anni, prima nel backstage di diversi nostri film, poi alla regia tv del nostro ultimo show teatrale Ammutta Ammudica. Giusto lanciare i giovani: abbiamo fatto tanti film con Massimo Venier poi le strade si dividono. L'ultimo film La banda dei Babbi Natale aveva in regia Paolo Genovese. Noi oggi puntiamo molto su di lui, l'affiatamento è totale».

Il 3 giugno scorso il primo ciak, uscita nelle sale l'11 dicembre prossimo (distribuzione Medusa), pronti per raccogliere a colpi di risate il pubblico di Natale 2014. Il set vero e proprio se ne sta dieci piani più sotto, al quindicesimo: ricostruiti, nel complesso di vetro e acciaio realizzato dall'architetto Lee Polisano, un ufficio e una filiale di banca. La storia è quella di un ricco e spregiudicato broker - interpretato da Giacomo che è poi il titolare dell'ufficio di cui sopra - il quale si ritrova, per un tracollo finanziario, a vivere una realtà sideralmente lontana dal suo mondo. Anzi, a convivere: perché insieme a lui c'è il suo maggiordomo (Giovanni) appassionato di arti marziali, autoelettosi fido samurai del padrone, e un venditore abusivo (Aldo) piombato per un gioco del destino dentro l'automobile del ricco uomo di finanza.

Nel cast, accanto al celebre trio, attori del calibro di Giuliana Lojodice (sarà la mamma di Aldo, presso cui i tre finiranno a vivere in un quartiere popolare), Francesca Neri (una dirigente di banca dalla quale i tre comici dovranno ottenere uno strategico finanziamento) e la bella spagnola di Salamanca Guadalupe Lancho, nel ruolo della vulcanica cameriera sudamericana Dolores, con cui Giovanni ha una segreta relazione. «Ci accusano di impiegare poco le colleghe - spiega Giacomo -. Ne La leggenda di Al John e Jack addirittura l'unica donna appariva al minuto settanta per finire subito secca. Questa volta con le donne, e che donne, abbiamo scialato». Milano e la crisi saranno dunque lo sfondo di Il ricco, il povero e il maggiordomo.

Ed essendoci pure di mezzo un tracollo finanziario, c'è anche chi ha osato il paragone con Il capitale umano di Paolo Virzì, recente trionfatore ai David di Donatello: «L'accostamento ci può stare - spiega divertito Giovanni - ma poi noi giochiamo tutto sulla leggerezza e andiamo sulle nostre corde. Non vogliamo lanciare morali, certo viviamo in questo mondo e lo raccontiamo per come è oggi. É vero che i divari tra ricchi e poveri sono cresciuti, e dunque traspaiono nei nostri personaggi. Perché nei nostri film Aldo finisce sempre per fare il povero, dite? Perché ha proprio la faccia da povero». A battuta Aldo risponde con battuta: «Sono stati i ruoli a scegliere noi, questa è la verità». E a chi fa loro notare che gli incassi non sono più quelli di una volta, Giacomo ribatte: «A parte che l'ultimo La banda dei Babbi Natale è andato in controtendenza, è anche normale. All'inizio eravamo la novità, ti vede più gente, poi ci si assesta, e magari poi rompi anche un po' le scatole. Ecco perché noi per ogni lavoro, che sia cinema o tv, ci mettiamo sempre due anni buoni». Poi, anche quando non ci sono, sembra che ci siano: il fantastico gol ai Mondiali dell'attaccante olandese Robin Van Persie alla Spagna ha ricordato, ben commentato sulla rete, il surreale gol di Aldo in spiaggia nel primo fortunato film Tre uomini e una gamba.

«Siamo arrivati vent'anni prima di Van Persie, scrivetelo», sentenzia lapidario Giovanni.

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