LUnità si distingue per lapproccio soft: «Odio razzista, ucciso ragazzo a Milano». Titolo cubitale della prima pagina di ieri del quotidiano fondato da Antonio Gramsci e passato nelle mani di Concita De Gregorio. A pagina 3, il tono è sempre sicuro: «Sporco negro. E lo uccidono a sprangate». È vero che in questura si parla daltro, di rissa degenerata, si dice che il razzismo non centra. Come spiegare questa versione? Semplice: in questura «hanno provato a gettare acqua sul fuoco». «Ma è ovvio che il colore della pelle dei tre ragazzi ha inciso eccome nellaggressione». Il caso è chiuso, praticamente. Solo che ieri il pubblico ministero ha detto lesatto contrario.
La tragedia di Abdoul occupa anche il «primo piano» del Corriere della Sera. Alitalia è sì il titolo dapertura della prima pagina ma, allinterno, la notizia del giorno è slittata fino alle pagine 5 e 6. La pagina 3 è tutta occupata dal ritratto del giovane massacrato a Milano: «Abdoul e quelle offese che non sopportava». Cioè gli insulti razzisti. Cioè, come spiega larticolo dirimpetto, «Sei negro, ucciso a sprangate. Scontro politico sul razzismo». Il tutto corredato dai pareri dei neri dItalia famosi, da Fiona May a Andrew Howe, per sapere se siano mai stati insultati per il colore della pelle. È tutto un parlare di nero, nera, razzisti, razzismo, negro, offese, tolleranza. La notizia è tutta lì, è parlare e rimuginare di quello, a nessuno interessa che un ragazzo di 19 anni sia stato inseguito e ucciso perché ha rubato dei biscotti dal bancone di un bar? Ma no, che centra. Quella è violenza ordinaria. Normale, normalissima.
Il problema è un altro: è l«allarme xenofobia», come ha interpretato largomento la Repubblica, sempre pagine 2 e 3 del giornale di ieri. Siamo sempre lì, «Sporco negro: giovane ucciso a sprangate». A pagina 2 cè anche un po di cronaca, «Ruba biscotti, ucciso a sprangate», poi, però, ecco quella frase, quellinsulto riportato come fosse la spiegazione di tutto: «Sporco negro, te la faccio pagare».
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