Ha vinto alla sua maniera. Forza e classe, muscoli e cervello. E così Valentino Rossi non ha avuto dubbi dopo il trionfo in Qatar, appena sceso dalla sua Yamaha: «E' la più bella di sempre». E fa niente che dopo abbia ripiegato in un più equilibrato : «La metto tra le prime». Per uno che ha appena centrato la vittoria numero centonove cambia poco o nulla. Il senso profondo che se ne ricava è quello di un dottore concentrato e convinto di poter andare fino in fondo. Che tradotto significa: conquistare il decimo mondiale. In Qatar ha stracciato la carta d'identità prima degli avversari. E adesso tutto diventa possibile. L'assalto al mondiale lo porterà in tre mosse.
La prima l'aveva svelata alla vigilia dell'esordio stagionale: «Poche volte in carriera sono stato così in forma». Frutto di un lavoro atletico importante proprio per giocarsela alla pari con avversari di due generazioni, motomondo parlando, più giovani. I frutti si sono subito visti a Losail: non ha avuto il minimo cedimento fisico nonostante la furiosa rimonta dal decimo posto. E anche nei tanti duelli non ha avuto la minima esitazione, conferma di uno stato psicofisico perfetto che lo porta a dire: «Sono convinto che buona vita e allenamento possano mantenermi al top fino a 40 anni».
La seconda chiave è la sua Yamaha, baciata più volte nel giro d'onore. Quando gli è stato chiesto se fosse la moto che ha sempre sognato, il sorriso di risposta valeva più di mille parole. Impressionante il feeling tra i due, basta vedere la disinvoltura con cui saltava sui cordoli, tagliava le curve oppure si sporgeva completamente dalla sella. E poi in quella gamba messa fuori in staccata c'è tutto il senso di Rossi che da vent'anni dà spettacolo e pensa di poter arrivare ai quaranta.
E infine la terza mossa che potrebbe dare lo scacco è nella vasta concorrenza che renderà più equilibrato il campionato e Marquez che l'anno scorso andò subito in fuga se ne è già accorto. Lui vive della bagarre, si esalta, insuperabile quando è al cento per cento nell'accoppiata moto-forma. E supportato dalle motivazioni. Lo dice lui stesso: «Adesso siamo in sei a lottare: tre italiani e tre spagnoli. Interessante. E poi per la Ducati è una motivazione extra provare a battermi, ma vale anche per me». Losail conferma: all'inizio a spingerlo è stata l'uscita di Marquez, occasione da sfruttare per dare subito un colpo al campione in carica. Poi, una volta arrivato nel gruppo di testa, per il suo orgoglio non c'è stato nulla di meglio che l'occasione di battere il compagno di squadra Lorenzo e quella Ducati che ha rappresentato il momento più brutto della sua carriera. Marquez, Lorenzo e la Rossa, forse non Pedrosa che medita uno stop per i problemi al braccio, sono avversari straordinari, l'ideale per spingere Rossi alla grande impresa: il decimo titolo mondiale. Al quale anche gli scommettitori iniziano a credere, forse impressionati dalla prova di forza del Dottore sulla pista di Losail.
Le quote per una Vale iridato si sono dimezzate dopo la notte da sogno nel deserto.
E anche quei tre tricolori a impreziosire podio e vittoria possono essere il segno premonitore che può essere cambiato qualcosa. Potrebbe essere la stagione buona per finire la rincorsa al titolo numero dieci. Forma, moto e concorrenza, Rossi ha le tre mosse per piazzare lo scacco mondiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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