Il «12°» Drobny professionista della panchina

Jaro Drobny non ha scelto il numero "23" per ragioni scaramantiche, ma perché è quello destinato al portiere di riserva. Davvero kafkiana la condizione dell'estremo difensore che stasera assisterà dalla panchina alla prova del monumentale Peter Cech. «E' un calciatore che sa fare spogliatoio e non crea polemiche», taglia corto il ct ceco Michael Bilek a chi gli domanda per quali ragioni ha chiamato in nazionale un giocatore che ha vissuto ovunque da riserva. Se si escludono le ottime annate nelle giovanili del Ceske Budejovice, il 34enne Drobny scalda infatti le terga in panchina ormai da 16 anni. In Grecia, al Panionios, non ha scalzato il nazionale albanese Strakosha. Quando è emigrato al Fulham si è trovato il gallese Crossley. Persino nel modesto Den Haag olandese ha dovuto cedere il passo a tal De Vries. Un altro gallese, Price, l'ha oscurato all'Ipswich. In Bundesliga il Bochum gli ha regalato qualche opportunità, salvo poi affidare la porta a Bade. Stessa storia con Burchert all'Hertha Berlino.

E ora ad Amburgo la casacca numero 1 è del nazionale tedesco Adler. «Forse non sono fortunato, ma per me è un onore essere considerato l'alternativa di Peter Cech», spiega Drobny che anche stasera lo guarderà dalla panchina.

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