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Senza effetto Hernanes. Mazzarri stavolta frena

L'Inter regala 45' al Cagliari, mancano gioco e una mente in mezzo al campo. INter in svantaggio su un rigore bizzarro, poi Rolando salva il salvabile

Senza effetto Hernanes. Mazzarri stavolta frena

Mazzarri, a caldo, mentre la squadra è stesa in spogliatoio e gli inservienti la stanno caricando sul pullman societario: «È un'annata particolare, dopo due vittorie tutti parlavano della terza. Sembrava che un po' ce la stessimo tirando».
È possibile, di sicuro ha fatto tutto l'Inter. Prima ha regalato un tempo al Cagliari, poi un rigore talmente bizzarro da perderci il gulliver, e una ripresa a testa bassa per sfondare la porta con la forza. Non ha funzionato il talismano Samuel, sempre vinto con lui in campo, e ha colpito l'amuleto Hernanes, con lui due partite e due vittorie, senza di lui il ritorno al passato.

Tutto è girato attorno al mani in area di Juan Jesus. Il fallo di mano è l'unico per cui vale ancora la presunta volontarietà, nell'azione Samuel è sull'uomo, lo anticipa, tocca col piede, la palla cambia traiettoria e finisce a quattro o cinque metri sul braccio di Juan Jesus che tenta di levarlo anche perché completamente solo in area, nessun giocatore del Cagliari in un raggio di dieci metri. La involontarietà sembrerebbe evidente, dietro, davanti e ai fianchi del brasiliano non ci sono avversari, la palla sarebbe rotolata abbondantemente a fondo campo imprendibile per chiunque. Ma l'arbitro Russo di Nola fischia ugualmente il rigore: «Io ero fermo - si è giustificato Juan Jesus - e la palla mi è arrivata addosso. Sarei riuscito a spostarmi solo se mi avessero sparato!». La decisione del direttore di gara è discrezionale e inoppugnabile, lascia perplessi solo il seguito: forse Russo di Nola avrebbe anche dovuto dare un giallo a Juan Jesus in quanto ha ritenuto il fallo di mano non involontario. E con quel secondo giallo, il primo al 6' di gioco, Juan Jesus avrebbe lasciato il campo al 40'. Nessuno del Cagliari ha alzato la voce per pretenderlo, probabilmente su richiesta di Lopez, era fin troppo quanto stava arrivando dal cielo, meglio non esagerare. Pinilla ha piazzato la palla sulla destra, dopo aver mandato Handanovic, il resto della squadra e tutto lo stadio dall'altra parte. In novanta minuti è stato l'unico tiro in porta dei sardi.

L'Inter invece ha caricato forte, raramente con brivido, solo nei minuti addizionali del primo tempo la palla fortunata è capitata sui piedi di Milito, destro violento a filo d'erba che Avramov ha respinto in tuffo anticipando poi anche l'assalto di Nagatomo. Un po' poco e lontanissimo da quei venti minuti iniziali di Firenze a cui Mazzarri si era aggrappato per convincere i suoi che così si gioca solo in paradiso. Non l'hanno ascoltato, casino annoiante perpetuo, Alvarez ha confermato di non essere lui la controfigura di Hernanes, parte sempre in dribbling e la sua sterzata ormai la intuiscono anche i bambini che accompagnano le due squadre all'ingresso in campo. Senza una mente in mezzo, o qualcosa che le assomigli, la squadra si è affidata agli estrosi Guarin, Palacio e Nagatomo, nessuno a bioritmi alti, un pomeriggio con sole tristissimo. L'ingresso di Icardi ha riacceso le speranze, la squadra però non l'ha aiutato molto, i centrocampisti hanno continuato a schiacciare le punte, si è giocato in quaranta metri, lanci, cross, palle in profondità, tutte finite nella stessa buca che Lopez aveva preparato alla perfezione, con Rossettini e Astori attentissimi, aiutati da tutti e un Avramov che ha tirato fuori dalla porta una palla di Palacio al 20' della ripresa quando l'1-1 di Rolando aveva dato più senso ai valori in campo. Il colpo è arrivato ancora da Icardi che allo scoccare del 45' ha colto la traversa piena con seguente nuova supermischia in area. Poi Guarin nei supplementari ha finalmente centrato la porta e ancora Avramov ha messo in angolo. Non c'è stato neppure il tempo di batterlo.

Mazzarri è stremato: «Cosa avrà pensato Thohir? Quando non si vincono queste partite io sono talmente arrabbiato che non so come stava lui. Non so neppure se fosse arrabbiato». Il presidente al momento maschera tutto dietro a sorrisi di facciata, ma prende nota.

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