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Adesso la Juve va in fuga: 3-0 all'Atalanta ed è a +7

Bianconeri sempre più in testa alla classifica e vicini al titolo d’inverno. Per il Milan quarto successo consecutivo. La squadra di Zeman sconfitta dal Chievo 1-0

Esultanza di Andrea Pirlo della Juventus dopo il goal del 2-0 su punizione all'Atalanta
Esultanza di Andrea Pirlo della Juventus dopo il goal del 2-0 su punizione all'Atalanta

Juventus sempre più in testa alla classifica e vicina al titolo d’inverno, mentre intanto chiude certamente il 2012 in testa alla classifica. La squadra di Conte ha liquidato già dopo 27’ la pratica Atalanta colpendo grazie a Vucinic, Pirlo e Marchisio, con gli orobici rimasti successivamente in 10 per l’espulsione di Manfredini. La Roma di Zeman si inceppa a Verona con il Chievo: partita in stallo sullo 0-0 per l’intero match, ci ha pensato nel finale su contropiede Pellissier apunire la squadra capitolina. Il Milan non perde occasione per continuare la sua rincorsa e batte a San Siro il Pescara non senza soffrire.

La Juve chiude la pratica in 27 minuti

Natale e Capodanno da prima della classe. Per il titolo di campione d’inverno bisogna aspettare il Napoli (ora a -8 e stasera in campo contro il Bologna), ma intanto la Juventus chiude il 2012 da sola in testa alla classifica, anche se c’è ancora una partita da giocare prima della sosta. Vittima di turno l’Atalanta di Colantuono, travolta (3-0) dalla foga della squadra di Conte che, dopo il ritorno in panchina a Palermo e allo Juventus Stadium in Coppa Italia, si gode una bella vittoria dei suoi, davanti al proprio pubblico, anche in campionato. I nerazzurri sono fuori partita già al 14’. Appena due minuti e Vucinic interrompe il digiuno su assist di Giovinco: 1-0. In realtà l’Atalanta reagisce e va vicina all’1-1 con Denis che si fa ipnotizzare da Buffon poi, al 14’, Pirlo pennella un calcio di punizione perfetto che mette in cassaforte il match. La Juve, però, non si accontenta, continua a martellare e, al 27’, Marchisio firma anche il 3-0 di fronte a un avversario annichilito e che, al 32’, resta anche in 10 per l’espulsione di Manfredini (doppia ammonizione). La Juve si diverte e regala spettacolo, Colantuono (in panchina nonostante l’influenza) sa che c’è poco da fare, ma ritiene inutile coprirsi e, al 39’, inserisce l’avvocato Stendardo (tutto chiarito dopo il "caso esami") per Bonaventura. Una Juve perfetta che ha sbranato la «Dea», dominando sul piano tecnico e tattico, ma ancor di più nella corsa e nella forza atletica. Il 3-0 alla fine del primo tempo la dice lunga sulla differenza tra le due squadre e non va dimenticato che, in un paio di occasioni, Consigli ha salvato la porta sulle conclusioni di Vidal. Il secondo tempo ha davvero poco da dire. La Juve, con un Pirlo stellare, continua a regalare qualche bella giocata, ma trova un Consigli deciso a non prendere un’imbarcata di gol. Giovinco va più volte vicino al poker, ma tra le parate del portiere nerazzurro e una mira non proprio da cecchino, non riesce a gonfiare la rete. L’Atalanta fa quel che può, Peluso spreca la palla del 3-1, ma in 10 e contro questa Juve non si poteva chiedere molto di più ai bergamaschi. Anche Quagliarella ha una gran voglia di gol, ma Consigli non ne vuole sapere. Finisce 3-0, per la "Vecchia Signora" è la 13esima vittoria in campionato, la quinta consecutiva tra Coppe e serie A. Per l’Atalanta, che finora era stata l’"ammazzagrandi" avendo battuto Milan, Inter e Napoli, una battuta d’arresto che ci può stare e che si poteva mettere nel conto, ma che arriva dopo lo 0-3 in Coppa Italia contro la Roma. La classifica, però, sorride anche ai nerazzurri che con 21 punti (23 sul campo) sono comunque distanti dalla zona che scotta.

Il Milan cala il poker al Pescara

Quarto successo consecutivo per il Milan che continua l’operazione risalita in campionato. Battuto a San Siro 4-1 il Pescara, ma sul risultato pesano come un macigno ben due autoreti. Partita sbloccata subito da Nocerino, ma gli abruzzesi cedono soltanto nel finale di partita dopo avere sfiorato il pareggio. Nessuna novità in formazione da parte di Allegri che conferma Robinho, Pazzini ed El Shaarawy in attacco. In difesa Zapata e Yepes centrali. Bergodi si affida a Vukusic e Abbruscato, coadiuvati da Weiss. Passano soltanto 35 secondi e il Milan passa in vantaggio: El Shaarawy, imbeccato a destra da Montolivo, mette sul secondo palo dove per Nocerino è fin troppo facile mettere dentro a porta vuota. Partenza peggiore non poteva esserci per il Pescara, piuttosto timido. Il Pescara si rende pericoloso al 9’ con un forte tiro da fuori del brasiliano Togni che costringe Amelia a distendersi e mettere in angolo. Al 13’ è Pazzini a provare la conclusione sul secondo palo, ma il suo sinistro si alza di poco sopra la traversa. Al 22’ ci prova El Shaarawy dalla distanza, bravo Perin a tuffarsi e mettere in angolo. Il Pescara riesce a tenersi in partita, anche se il Milan non rischia quasi nulla. Al 38’ ancora El Shaarawy con il destro, Togni smorza il tiro e favorisce l’intervento di Perin. Al 42’ proteste del Milan per un fallo di mano in area di Togni su un colpo di testa di Pazzini, i due erano vicinissimi. Ad inizio ripresa novità Celik per il Pescara al posto di Weiss. Abbruzzesi vicini al pareggio al 3’: cross di Modesto dalla sinistra e colpo di testa di Bjarnason, Amelia blocca sulla linea. Al 6’ il Milan raddoppia con un clamoroso autogol: angolo di Robinho e colpo di testa di Abbruscato che infila la propria porta. Il Pescara non si arrende e al 12’ accorcia le distanze: punizione da destra di Celik e preciso stacco di testa di Terlizzi che supera Amelia. Al 15’ i biancazzurri sfiorano il pareggio con un tiro di Balzano che colpisce il palo esterno, Amelia piuttosto sorpreso era rimasto immobile. Al 23’ cross di Nocerino dalla sinistra per Boateng che nell’area piccola non arriva a colpire il pallone di testa per un soffio. Al 28’ girata in area di Pazzini, ostacolato da Capuano, di poco fuori. Al 34’ il tris del Milan con il secondo autogol: cross di El Shaarawy deviato di testa da Jonathas che batte Perin. Poco dopo il 4-1 è tutto del «Faraone» che infila di piatto destro su assist di Pazzini.

Il Parma ne fa quattro al Cagliari

Il Parma ricaccia il Cagliari in zona pericolo: è crisi per i sardi, al quarto ko consecutivo, mentre i ducali risalgono in classifica, dopo un periodo non eccellente e l’eliminazione in Tim Cup contro il Catania. Eppure i rossoblù erano passati in vantaggio con Sau, poi il Parma ha cambiato marcia e, con la doppietta di Belfodil e le reti di Biabiany e Valdes (rigore), per il Cagliari non c’è stato più nulla da fare. A sorpresa Nainggolan ed Avelar restano in campo: giocano Ekdal e Murru; nel Parma invece Belfodil prende il posto di Amauri (solo panchina per l’ex Juve). Predominio territoriale dei ducali in avvio, nessun pericolo però per Agazzi. Al 20’ primo guizzo del Cagliari ma è letale: errori di Lucarelli che favorisce Nenè, palla a Sau, Paletta non riesce a mettere in fuorigioco il piccolo attaccante sardo che davanti a Pavarini sfoggia un bel pallonetto portando avanti i suoi. Dura qualche secondo il vantaggio del Cagliari: sul rovesciamento di fronte, infatti, Belfodil sfrutta al meglio il cross di Valdes trasformandolo nel gol dell’1-1. Il Cagliari avrebbe subito l’opportunità per tornare in vantaggio: su Ariaudo è fondamentale Pavarini, poi Benalouane spazza in qualche modo. Lampi all’interno di una partita che per registrare nuove emozioni «aspetta» la ripresa: gran punizione di Conti, Pavarini c’è. Ripartenza veloce e il Parma centra il sorpasso: gran giocata di Belfodil, Agazzi devia il pallonetto sul palo e la respinta premia Biabiany. Bella partita, il Cagliari sfiora il pari: gran botta al volo di Nainggolan, appena subentrato a Cossu, splendido Pavarini in angolo. Pochi istanti dopo contropiede «monstre» del Parma, con Agazzi che viene a contatto con Parolo in area: per Ostinelli è rigore (ammonito il portiere) che Valdes trasforma con grande freddezza. Pulga e Lopez tentano il tutto per tutto: dentro Thiago Ribeiro, fuori il fischiatissimo Dessena, nato a Parma ed ex ducale, poi anche Ibarbo. Proprio Thiago Ribeiro impegna l’ottimo Pavarini, quindi Lucarelli salva in angolo: dal corner Astori non trova la porta. Al 41’ bolide di Parolo sul palo, ma sulla respinta Belfodil fa fuori Ariaudo e piazza il destro alle spalle di Agazzi. Game over al Tardini e tre punti pesantissimi per il Parma, mentre il Cagliari torna a vedere le streghe.

Il Chievo frena la Roma

Una rete nel finale di Pellissier, sbucato come un fantasma nella nebbia e probabilmente in fuorigioco, frena la Roma di Zeman, che fallisce l’appuntamento con la quinta vittoria consecutiva in campionato. Per il Chievo di Corini è invece il terzo centro consecutivo, a dimostrazione che la squadra ha trovato un’amalgama tale da togliere il sorriso anche ai lanciatissimi giallorossi. È la Roma a tenere il pallino del gioco, i veronesi invece, con la maglia ’natalizià disegnata dallo stesso presidente Campedelli, agiscono di rimessa ed in pratica non tirano mai dalle parti di Goicoechea. Florenzi e Pjanic regalano sostanza e qualità, Totti quando può ci prova senza indugiare, come gli capita al volo al 22’ e da fuori al 34’. La vera chance per il vantaggio era capitata ad Osvaldo al 18’: l’azzurro, dopo essersi incuneato in area, trovava la parata istintiva di Sorrentino in corner. Nella ripresa inizia a calare la nebbia ma Goicoechea ci vede benissimo quando, al 3’, si esibisce in un balzo felino per deviare in angolo la schiacciata aerea di Luca Rigoni. Al 6’ Dainelli colpisce in area il piede di Totti ma Bergonzi non se ne avvede, al 13’ Osvaldo, su cross di Pjanic, inzucca di poco a lato. Goicoechea, al 16’, blocca una conclusione ’smorzatà di Hetemaj, la visibilità si fa davvero proibitiva e, dalle panchine, tocca ai vari Pellissier, Lamela e De Rossi. Grande spunto di Osvaldo al 20’, che però si allunga la sfera consentendo l’uscita a Sorrentino. Spazio anche a Destro per Totti, Marquinhos si fa male, Thereau al 36’ prova la puntata che non soprende l’estremo ospite. La nebbia è ormai così fitta che le azioni si intuiscono, Piris al 39’ trova un Sorrentino sempre vispo. L’incontro sembra destinato al pareggio ma, al 42’, arriva il colpo di scena: Pellissier, in fuorigioco di rientro, elude l’uscita di Goicoechea e segna il gol della vittoria.

Il Catania alle spalle delle "grandi"

Il Catania ha vinto con merito, in casa, per 3-1, contro la Sampdoria, confermandosi una bella realtà di questo campionato e attestandosi all’ottavo posto della classifica della serie A, alle spalle delle sette "grandi". Nei padroni di casa Rolando Maran ha proposto il collaudato 4-3-3. Tre le modifiche rispetto all’undici vincitore domenica scorsa a Siena: in difesa Bellusci è rientrato al posto di Rolin; in mediana Izco ha ritrovato posto come titolare (con Almiron squalificato), infine in attacco Barrientos è ripartito dal primo minuto, con Gomez fuori causa per infortunio. Negli ospiti, con Gastaldello fermato dal giudice sportivo e con Maxi Lopez ancora fuori per infortunio, Ciro Ferrara si è affidato nuovamente al 4-5-1, con Mustafi nella linea difensiva e Krsticic a centrocampo e con Pozzi ed Eder inizialmente seduti in panchina. Il Catania ha incominciato la gara spingendo subito con convinzione sull’acceleratore e costringendo la Sampdoria a giocare di rimessa. Così gli etnei hanno sfiorato il vantaggio, in tre occasini, nei primi venti minuti: al 5’ Bergessio non ha saputo approfittare di una uscita a vuoto di Romero, al 18’ Izco ha fatto la barba al palo con un destro potente da fuori area, al 20’ Bergessio ha sparato alto da buona posizione. Inaspettata, poi, al 29’, è arrivata la rete del vantaggio dei liguri, siglata da Maresca su calcio di rigore, decretato dall’arbitro per un contatto in area fra Legrottaglie ed Icardi. Gli ospiti, a questo punto, hanno preso coraggio e sono andati vicini al raddoppio in due occasioni: al 34’ Icardi, in contropiede, si è trovato solo davanti a Andujar, ma ha calciato malamente; al 40’ il neoentrato Eder (che ha sostituito l’infortunato Maresca) ha concluso con violenza, trovando però la pronta risposta dell’estremo difensore dei siciliani. A senso unico, invece, la ripresa. Dopo un’occasione fallita da Icardi all’8’, infatti, gli ospiti sono usciti di scena ed il Catania ha preso in mano le redini dell’incontro. Come naturale conseguenza è giunta, al 10’, la rete del pareggio, siglata, con un bel destro dal limite dell’area, da Paglialunga, dopo una bella sponda di testa di Bergessio. Lo stesso attaccante argentino, dieci minuti dopo, ha firmato il gol del sorpasso, insaccando di testa su un bel cross da sinistra dell’instancabile Marchese. Sei minuti più tardi Bergessio ha sfiorato (nuovamente di testa) il punto del 3-1, giunto allo scadere, grazie a Castro, favorito dall’ennesimo svarione della difesa blucerchiata. Giusto comunque il punteggio finale, a favore della squadra più propositiva, incisiva ed attenta. Distratti e da "rivedere", invece, gli ospiti, non brillanti sia in fase difensiva che in quella realizzativa.

Brutta partita tra Geona e Torino

Giusta divisione della posta tra Genoa e Torino, al termine di una brutta partita finita 1-1, ricca di errori e confusione, con le due squadre che non sono riuscite ad esprimere bel gioco. Sul fronte rossoblù inutile il tridente Vargas-Borriello-Immobile. Con il peruviano che rende la vita difficile a Darmian, ma che non riesce a trovare mai pronto soprattutto Borriello, mai entrato in partita. Inizio di marca genoana e doccia fredda per il gol di Bianchi, poi, scomparso anche lui. Dopo il pari di Granqvist, tanta confusione e squadre allungate in campo. Nella ripresa, ancora poca precisione e Genoa che sembra aver paura del colpo del ko dei granata che stava quasi per arrivare, se la conclusione di Sgrigna non avesse trovato la traversa a dirgli di no. Al 5’ Errore di Rodriguez che rischia un autogol clamoroso, ma Gillet non fa sorprendere. L’estremo genoano, un minuto più tardi blocca a terra un diagonale di Borriello. All’8’ ci prova Immobile che in area stoppa di petto e batte al volo. Ribatte Glik. Al 9’ Ventura è costretto alla prima sostituzione. Sanata, toccato duro qualche minuto prima non ce la fa: entra Sgrigna. Il primo tiro dei granata è all’11’ con una conclusione a girare di Cerchi di poco fuori bersaglio. Due minuti più tardi, Immobile, favorito da un rimpallo si ritrova da solo davanti a Gillet, il portiere belga respinge la sua conclusione forte. Il Genoa spinge ma è il Torino a passare. Al 19’, cross dalla sinistra di Birsa e «nucata» di Rolando Bianchi che infila Frey. Al 29’ il pari del Genoa. Calcio d’angolo dalla sinistra di Bertolacci per la testa di Granqvist che batte Gillet. Belle giocate di Vargas che continua a mettere in difficoltà la difesa granata e di Immobile che al termine di uno slalom non trova lo spazio per il tiro. Al 44’ Granqvist anticipa di testa Birsa pronto a concludere in rete, salvando in corner. Nel recupero gli animi si scaldano per una pallonata al viso di Rodriguez ai danni di Immobile. Seymour si fa giustizia da solo e per i due c’è il giallo. Nessun cambio al rientro in campo. Al 2’ Immobile batte da due passi e Gillet respinge, sulla palla si avventa Rossi che insacca, ma era in posizione di offside. Al 4’ cross Vargas e testa di Immobile. Gillet para a terra senza troppe difficoltà. Due minuti più tardi il portiere belga si fa trovare pronto su una deviazione di testa di Granqvist. Al 15’ lunga galoppata di Vargas che poi non può servire Immobile in fuorigioco e prova la conclusione, sbagliando la mira. Al 16’ nel Torino fuori Birsa e dentro Brighi. Al 19’, lancio lungo dalla retrovie per il taglio di Rossi, Gillet anticipa in uscita il capitano rossoblù. Al 24’ punizione dal limite di Sgrigna che sorvola la traversa. Al 27’ Del Neri toglie uno stanco Rossi e manda dentro Anselmo. Il brasiliano appena entrato si invola sulla destra ma non riesce a crossare efficacemente. Alla mezzora Granqvist salva sulla linea di porta sulla conclusione di Glik. Nel giro di un minuto Frey interviene due volte con i pugni sugli attacchi dei granata su tiri dalla bandierina. Al 34’ traversa di Sgrigna, con Frey battuto. Al 38’ Del Neri chiama fuori un Immobile stanco e mette dentro Said e due minuti più tardi Antonelli, sostituito da Piscitella. Al 46’ si fa male Vives che è sostituito da Masiello. Nei cinque minuti di recupero succede ben poco.

Il Torino porta via un punto da Marassi salendo a 16; Genoa terzultimo con 13.

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