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Adesso la squadra lo deve servire subito e meglio

di Franco Ordine

P rima raccomandazione: abituarsi agli usi e ai costumi di Cristiano Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese ha postato ieri la foto in palestra scattata di primo mattino, seguita dalla didascalia «buona domenica». Seconda raccomandazione: non deve fare notizia perché si tratta di una regola dell'atleta super e non certo dell'eccezione. Il pluri Pallone d'oro, da sempre, è abituato a onorare ogni sua perfomance con la cura, quasi maniacale, da effettuare nel giorno successivo, del proprio fisico, tra fisioterapista e un paio d'ore in palestra per disintossicarsi dalla fatica. A giudicare da alcuni dati di Chievo-Juve l'effetto del fuoriclasse sulla produzione calcistica della squadra è stato prodigioso: record di tiri in porta (26), record di possesso palla da parte della Juve (73%). Conta, allora, averlo. E averlo dalla parte della Juve che deve ora spazzare via un potenziale equivoco. Sono molti a suggerire: lasciate che CR7 s'inserisca nel metabolismo del calcio italiano.

Per Max Allegri, che ne sta parlando da giorni con lo staff e con i grandi vecchi del gruppo, il tema è completamente diverso: è la Juve che deve imparare a servire meglio il suo diamante d'attacco. Il portoghese, in campo, ha una velocità doppia, abituato dai ritmi della Liga spagnola, velocità di pensiero e di gamba, rispetto al resto della compagnia bianconera. Dybala e soci non hanno il tempo di guardare, prendere la mira e lanciare: devono anticipare la giocata e farla a un tocco perché CR7 è già partito, oppure è già smarcato. Altro falso problema. Dicono e scrivono in tanti: CR7 meglio nella ripresa da esterno d'attacco che da centravanti. È la scoperta dell'America.

È quella la zolla preferita anche al Real Madrid dove si divideva il fronte in parti uguali con Bale (partenza da destra) e Benzema (centrale) per poi andare dove lo portavano istinto e fiuto del gol. Servirlo meglio e servirlo subito: ecco cosa serve. Ma anche servirlo facile, aggiunge Allegri. Facile vuol dire semplice, senza forzature, alla portata del suo talento balistico più unico che raro.

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