Con Alfa Giulia e Stelvio senza la minima pietà Alla frusta i 510 cavalli

Le versioni Quadrifoglio oggetto di un test per apprezzare le doti tecniche e di sportività

Bruno De Prato

Balocco (Vercelli) Per chi ama la tecnica e la guida dell'automobile ai massimi livelli, non c'è niente di più gratificante e intenso di una giornata al Centro prove Fca di Balocco, nel Vercellese, alternando giri in pista «senza pietà» e seminari di grande ingegneria. Oggetto del test sono stati i due modelli Alfa Romeo al top mondiale nelle rispettive classi: Giulia e Stelvio, nelle versioni Quadrifoglio dotate del superbo 3.0 litri V6 biturbo di derivazione Ferrari-Maserati da 510 cv e ben 600 Nm di coppia massima.

Numeri che, per essere utilizzati appieno su una pista zuppa di acqua, richiedono un autotelaio di assoluta eccellenza meccanica, che non ha bisogno di ausili elettronici e che, pur nella differenziazione delle rispettive personalità e missioni, Giulia e Stelvio condividono appieno. Il progetto Giulia è stato voluto per ribadire la grande tradizione delle berline Alfa Romeo di configurazione classica e di altissime prestazioni, per le quali il Biscione è sempre stato amato dagli appassionati della guida sportiva. I segreti dell'autotelaio Giulia-Stelvio risiedono in una ricerca rigorosissima, volta a ottimizzare l'architettura, la geometria e la struttura degli organi delle sospensioni e della trasmissione al fine di superarne i limiti tradizionali.

Infatti, sono così innovative da essere coperte da vari brevetti. Questa ricerca ha portato a ottenere sospensioni che, in tutto l'arco della escursione delle ruote, recuperano i valori geometrici ottimali, assicurando una perfetta neutralità di risposta allo sterzo, con traiettorie nitidissime e fedeli a quella impostata in ogni tipo di curva.

A questa eccellenza strutturale e geometrica si aggiungono la funzionalità delle sospensioni attive, a modulazione magnetica, e la micrometrica precisione con cui la coppia motrice viene modulata alla ruote, sia dal differenziale autobloccante sia dal sistema attivo di vettorizzazione pilotato dall'intelligenza digitale del sistema CDC, un'esclusiva Alfa Romeo.

Il sistema di trazione integrale Q4, standard su Stelvio e sulle relative versioni di Giulia, è un altro pezzo di eccellenza della progettazione Alfa Romeo, per la sua compattezza, leggerezza ed efficienza. Nonostante il tempo orrendo, abbiamo potuto godere di tutto il potenziale prestazionale di Giulia e Stelvio Quadrifoglio, liberando le travolgenti doti di accelerazione e ripresa e arrivando a registrare, in pista, velocità superiori ai 220 orari. E anche quando abbiamo esagerato, la linearità e la nitidezza della risposta allo sterzo ci ha consentito di riprendere il pieno controllo della dinamica perfetta dei rispettivi autotelai. Questa è vera sicurezza e piacere di guida ai massimi livelli, secondo la tradizione Alfa Romeo.

Doveroso sottolineare che il pianale sviluppato per le Quadrifoglio è integralmente condiviso da tutte le versioni dei due modelli, a cominciare da quelle dotata del formidabile turbodiesel 2.2 litri, una meraviglia da 210 cv.

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