Allegri, due trofei prima dell'addio

Il tecnico ormai deciso a lasciare la Signora. Ma con tricolore e coppa Italia in tasca

Allegri, due trofei prima dell'addio

Massimiliano Allegri continua a pensarci. Lo aveva fatto a Cardiff, forse già a Berlino. La Juventus è stata un'avventura incredibile, soprattutto perché nata e, poi, cresciuta come lui stesso non avrebbe mai potuto immaginare e, con lui, i dirigenti del club spiazzati dalla separazione improvvisa di Antonio Conte.

Ma è arrivato il tempo della decisione. Dopo quattro anni superbi, con due finali di Champions league, tre scudetti vinti e uno vicino alla conquista, quattro finali di coppa Italia, che altro può chiedere il tecnico livornese a se stesso? Di vincere la Champions, d'accordo, ma questa è una storia che si trascina da anni e che non può trovare realizzazione per una serie di congiunture, dalla sfortuna ai limiti tecnici, anche di mercato, di fronte ad avversari più solidi e potenti, Barcellona prima e Real Madrid dopo, le sole, insieme con il Bayern, ad avere tolto il profumo del traguardo finale ai bianconeri.

Allegri sa benissimo che il rapporto non si è incrinato ma non è più uguale a quello d'avvio, quando tutto era ancora da scoprire, con la pesante eredità di Conte, idolo delle tifoserie, non certo di una parte della dirigenza che ne avvelenò i pozzi. Allegri ha vinto anche le diffidenze, non tutte, la sua Juventus non è mai stata veramente spettacolare ma ha preferito la sostanza, la polpa, il risultato, la vittoria a tutti i costi, giocando un football pratico, raramente veloce di gamba e aggressivo agonisticamente, ma essenziale come i titoli ottenuti sul campo confermano. La mala gestione di alcune questioni, Bonucci prima e Dybala dopo, il ricorso a figure o di margine, Sturaro, o a fine corsa, Marchisio e Barzagli, l'ostinazione a tenere in gioco, anche ammaccato ai limiti, Mandzukic, non sono stati elementi a favore dell'allenatore toscano che si è avvitato su scelte a volte incomprensibili, corrette durante le partite.

Allegri e la Juventus hanno capito, dunque, che la loro unione civile va a concludersi, senza polemiche, senza voci sotterranee. La Juventus del prossimo futuro deve fare i conti con un nuovo scenario contabile, la diminuzione sensibile delle entrate dei diritti televisivi, i costi di gestione, i risultati di Champions league indurranno la società o a un rifinanziamento o a un ridimensionamento delle operazioni di mercato, alla voce prestiti, alcuni dei quali romantici (Morata per il quale non si vedono ancora spiragli). Allegri, dunque, pensa a fermarsi, al di là delle offerte che arrivano da altri club.

A fine maggio la Juventus saprà ufficialmente quello che già conosce da tempo e che, comunque, ha intuito da mezze parole, da comportamenti.

La professionalità e l'impegno di Allegri restano indiscutibili ma il suo orientamento a chiudere è altrettanto plausibile. Restano in piedi due elementi non proprio di margine: lo scudetto da vincere e la coppa Italia da conquistare. Non è poco ma, visti i precedenti, è tutta roba da Allegri. E da Juventus.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica