Allegri giura fedeltà «Voglio stare al Milan»

Il livornese e il club smentiscono la firma con la Roma. Galliani se lo coccola: "È il mio allenatore del cuore"

Allegri giura fedeltà «Voglio stare al Milan»

Milanello - Di solito, nel calcio italiano, tre smentite (in coro Milan, Roma e Inter, a strettissimo giro di rassegna stampa) valgono quasi come una solenne conferma. Se così fosse, allora, Allegri già sotto contratto, per tre anni, con la Roma sarebbe la notizia del giorno. E invece poiché ogni regola ha la sua eccezione, a Milanello e dintorni, dopo opportune verifiche, prende forma con maggiore forza l'eccezione che porta tutti a credere alla tesi degli interessati.

E innanzitutto a Massimiliano Allegri il quale giura sui seguenti concetti diffusi in privato e in pubblico: «Non ho firmato con nessuno, né promesso il mio arrivo ad altro club. Io sono una persona onesta e rispettosa con il mio datore di lavoro: se avessi deciso, avrei avvisato Berlusconi e Galliani, come feci a Cagliari con Cellino nel mese di marzo e all'epoca il Milan non c'era. Io voglio restare alla guida del Milan, una panchina molto ambita. Se poi a fine anno, il presidente Berlusconi dovesse dirmi che preferisce cambiare, allora ne prenderei atto. In ogni matrimonio, anche se in materia non sono un'autorità (ne ha uno rifiutato sull'altare e un secondo naufragato, ndr) lo scambio di vedute è all'ordine del giorno: da tre anni ho un ottimo rapporto con Berlusconi. Ho sentito il presidente domenica scorsa prima del Catania e il giorno dopo, si è complimentato per il successo. Da qui a fine campionato non parlerò più di questo argomento. Sono illazioni ma che non destabilizzano il gruppo, questa squadra potrebbe arrivare al traguardo senza allenatore. Se dovessimo arrivare terzi, e qui sono d'accordo con la dottoressa Barbara Berlusconi, sarebbe entusiasmante come vincere lo scudetto. Se invece quarti, e non ci voglio pensare, sarebbe una conclusione amara della stagione ma non fallimentare».

Adriano Galliani, ispiratore della smentita, ha il tratto teso. Lui sa tutto, conosce la “genesi” della notizia, e sa che Allegri non avrebbe mai tradito la sua fiducia. «Tutti gli allenatori passati da Milanello mi vogliono bene, nessuno di loro mi ha mai nascosto la verità» la sua convinzione. «Adesso vado a mangiare con il mio allenatore del cuore» la battuta con cui scolpisce la situazione che si può così riassumere. Primo: Allegri non ha firmato con nessuno, solo Galliani può liberarlo visto che è legato col Milan fino a giugno 2014; secondo: se il Milan arrivasse terzo, i buoni uffici di Galliani, della figlia Barbara e dello spogliatoio potrebbero spingere il presidente Berlusconi alla conferma del tecnico, come avvenne già ai tempi di Ancelotti discusso puntualmente e rimasto su quella panchina 8 anni di fila; terzo: se arrivasse quarto, l'epilogo sarebbe scontato. E allora Allegri potrebbe impegnarsi. Con la Roma, naturalmente.

Nel frattempo c'è da piegare la resistenza del Toro e non è così scontato. Specie se si tiene conto delle assenze (Abate, Mexes, Montolivo, Ambrosini, El Shaarawy) cui il livornese rimedia riportando Abbiati in porta, De Sciglio a destra, Muntari a centrocampo e Robinho in attacco.

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