Allegri: "Non rinuncio ai quattro in attacco"

L'allenatore della Juventus: "Impossibile non prendere gol, per cui meglio segnarne. E i catalani qualcosa concedono"

Allegri: "Non rinuncio ai quattro in attacco"

Si può fare. Si può eliminare il Barcellona. Lo dicono Allegri e Buffon. Max: il Barça «è la squadra più forte», ma non vuole guardare al passato, alla finale di Berlino, ai suoi nove precedenti (una sola vittoria) con i blaugrana: «Il passato non si cambia, bisogna essere contenti di giocare queste sfide sapendo di poterli battere». E lui ci crede tanto da non rinunciare ai quattro davanti: «Giocano tutti». Anche perché sarà «quasi impossibile non prendere gol, quindi bisognerà segnare». Praticamente dà la formazione con Asamoah prescelto per inseguire Messi quello che è il «più forte del mondo, ma Dybala e Neymar sono destinati a diventare i due più bravi in futuro». Allegri entra nella partita, la negatività di cui si era lamentato, ha lasciato spazio alla fiducia anche perché il Barcellona «qualcosa dietro concede. Sarà importante tenere aperto il discorso qualificazione». Non si nasconde che in due quarti, l'altro è Bayern-Real Madrid, si affrontano «le quattro pretendenti alla Champions». Allegri avvisa Luis Enrique: «La mia Juve è cresciuta in autostima e consapevolezza».

La conferma arriva proprio da Buffon: «Abbiamo la forza di non essere vittime sacrificali». Dice che non ha mai rivisto la finale di Berlino «ma che ha ricordi per essere ottimista». Comunque realista: «Sulle due partite è l'avversario peggiore che ci potesse capitare». Gli ricordano una statistica e le mani scompaiono sotto il tavolo: «Da Messi non ho mai subito gol... L'ho incontrato poche volte e molto dipende dal fato e da Leo stesso». In casa c'è chi tifa per quei tre del Barça: «È vero i miei figli hanno gusto... Perché è uno spettacolo vedere come giocano Messi Neymar e Suarez, altruisti e mai individualisti».

Ma la Juve ha Dybala e Higuain e «al 100% ci danno una carica incredibile». La Champions è la sua grande ossessione: «È da 22 anni che penso sia l'anno giusto...». E stavolta a dargli forza è proprio il Barcellona: «La remuntada contro il Psg mi ha insegnato una nuova cosa: tutto è possibile».

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