MilanelloMilan a caccia del suo primo successo fuori casa (mai vinto tra campionato e Champions) per confermare i progressi segnalati con Udinese e Barcellona. Non certo per pensare allo scudetto: «sarebbe una follia» è il parere di Allegri. Non si tratta di una impresa semplice perché capita di viaggiare verso Parma, squadra allestita con mano felice da Donadoni e guidata dal genio di Cassano, «il miglior giocatore al mondo nel passare la palla» la definizione di Allegri. «É un passaggio fondamentale» conferma il livornese sul conto del quale le voci della fine naturale del contratto (a giugno 2014) non procurano nessun effetto. «La pressione ce l'hanno gli altri» la stoccata riservata ai successori che si affollano dietro la sua panchina, da Seedorf (già vicinissimo l'estate scorsa) a Inzaghi. Figurarsi poi le cento interpretazioni, maliziose quasi tutte, sulla famosa telefonata col presidente prima di affrontare il Barcellona, ingigantite dalla chiosa di Barbara Berlusconi. La risposta lascia molti fucili col tappo di sughero in canna: «É stata una telefonata come tante. Mi piace ascoltare tutti, specie il presidente che ha grande passione ed è competente. A volte le idee combaciano, a volte no, poi la formazione devo farla io, le responsabilità sono mie». Fine della discussione.
Allora si ritorna a Parma e alla caccia di un successo inseguito dalla fine di agosto a Verona richiamando alle armi, anzi al gol, Mario Balotelli, ultimo sigillo la notte del Napoli, 23 settembre, quando fece scintille con l'arbitro Banti. «Speriamo che faccia una bella partita e che sia decisivo, e faccia tesoro di ciò che sente e legge. Deve migliorare in primis per lui, poi per il Milan e per il calcio italiano» la puntuale raccomandazione del tecnico accompagnata dal report sulla settimana, «si è allenato alla grande» il giudizio del tecnico che non è tenero con Mario come sanno essere quei genitori di vecchia generazione. Al fianco di Balotelli, da qualche giorno, c'è Mino Raiola, schierato come difensore d'ufficio del discusso assistito, pronto a minacciare «una denuncia per chi scrive che il ragazzo ha bisogno di un tutor, è una storia ridicola», promette a Milan channel per tenerlo al riparo da una ossessione che si è impadronita della stampa italiana, dopo quella inglese. Volete un esempio? Eccolo fornito dall'agente: «Lui cerca un cane e i giornali sportivi scrivono che cerca un cane: ma scusate, che notizia è?». Forse la soluzione migliore è quella ideata da Galliani, spiegata dallo stesso Raiola, il tutor deve diventare la squadra: «Il gruppo lo sotiene ma anche il gruppo soffre questa attenzione mediatica. Ho parlato con Montolivo, Abate e Amelia, lo aiutano tutti».
Ma Allegri teme Cassano: «Il migliore al mondo nei passaggi»
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