Alonso & Ferrari, missione compiuta

Alonso & Ferrari, missione compiuta

Missione compiuta. Evolvere un passo dopo l’altro, perché per dirla con Alonso «chi va piano va sano e va lontano» e perché limitare i danni è cosa grande nell’ostica Montecarlo dove il rosso non esce dal 2001 cioè da una vita. Missione compiuta, anche se il rozzo e coraggioso Webber è già al 2° centro principesco nelle ultime tre edizioni segno che su questa pista la Red Bull ci sta bene, bene, e con il buco nel fondo della zona posteriore ci sta ancor meglio. Però nessun reclamo, s’affrettano a dire Ferrari e gli altri. Per il momento. Missione compiuta perché il 3°posto di Fernando dietro Rosberg e Mercedes permette allo spagnolo di allungare in classifica di tre punti su Vettel. Missione compiuta perché la contemporanea e commovente resurrezione di Massa aiuta il Cavallino a issarsi terzo in campionato.
Missione compiuta soprattutto perché pensando alla giustamente bistrattata Ferrari d’inizio stagione c’è da stropicciarsi gli occhi nel vederla, adesso, stabilmente là davanti a far bene. Nel mondiale del tutto cambia e si capovolge gara dopo gara, nel mondiale del non vi è certezza tecnica, è un segnale di stabilità importantissimo. Alonso dice: «Questo è un gol fatto, se avessi tardato un paio di giri il pit, forse avrei vinto, però è vero che non sapevamo quando le gomme sarebbero calate…». Per cui va bene così, aggiunge.

«Sì, va bene così», ribatte un rasserenato Domenicali «va ben così perchè nel dopo sono tutti fenomeni», perché i tormenti sono finiti «ma vogliamo più prestazione» e «perché non potevamo sperare di più». Vero. È resuscitato persino Felipe. BCLuc

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