
Tema: come complicarsi la vita davanti allo striscione dell'arrivo. Svolgimento: Muntari. Basta la parola, in questa occasione, per sintetizzare l'accaduto. E cioè il pareggio ottenuto dal Milan al cospetto della Roma perché costretto, da una follia del ghanese, a giocare per un tempo abbondante in dieci contro undici. Per sua fortuna la Roma invece di approfittarne, si lascia contagiare dal passo felpato dei più, e paga lo scotto di uno smalto discutibilissimo dei suoi attaccanti, Osvaldo e Lamela che firmano zero giocate di rilievo. Il Milan invece, nonostante l'handicap, soffre, lotta, tira fuori gli artigli e anche il senso del sacrificio dei più, esperti e non, per tentare di vincere la sfida egualmente. Come testimoniano gli arrivi di Robinho e Pazzini nella parte finale della serata. A questo punto, con 2 soli punti di vantaggio sulla Fiorentina, il Milan non ha scampo: deve vincere a Siena, domenica prossima per garantirsi il terzo posto. Il pareggio gli sarebbe fatale per via di una peggiore contabilità negli scontri diretti (sconfitta in casa e pareggio a Firenze).
No, non si fa così signor Muntari. Sulley Muntari rovina la sera del Milan che comincia la sua rincorsa al terzo posto con una prova discutibile. Ricca infatti di strafalcioni a ripetizione (sbagliano un po' tutti, tranne Abbiati e Zapata che sorvegliano con sufficiente rigore l'area) i quali fanno da preludio alla scena madre datata finale della prima frazione. La scintilla è determinata da un fallo qualunque di Balotelli (su Marquinho): l'arbitro Rocchi parte deciso per ammonire Mario (ci sta) inseguito da Muntari che protesta in modo vivace, troppo vivace. Giallo anche per lui e qui il ghanese perde completamente la testa perché continua a protestare e per evitarsi il rosso prova addirittura a placcare le braccia dell'arbitro che ha le mani al taschino per estrarre il rosso. No, non si fa così signor Muntari. La scusa dei "buuh" ripetuti partiti dal terzo anello romanista (l'arbitro autorizza lo speacker a diramare l'annuncio con minaccia di sospensione della gara) è una scusa appunto e non può giustificare certo in uno snodo delicato della stagione un comportamento così poco lucido. Vuol dire che Muntari non è in grado di gestire tensioni e pressione psicologica. A quel punto il Milan rimane in 10 e va incontro all'ennesima sofferenza, anticipata già in parità numerica dallo svolgimento dei primi 40 minuti durante i quali la Roma apparecchia una serie di contropiedi agili e allestisce un paio di tiri di Marquinho dal limite che chiamano Abbiati a usare i guantoni per le deviazioni.
Per mettersi a posto con le nuove disposizioni, in avvio di ripresa Rocchi sospende anche la gara, meno di 2 minuti in tutto, dopo aver preso nota dei reiterati "buuuh": l'effetto dura qualche minuto, poi riprende la solita cantilena e si aggiungono anche i laser. Nel frattempo il clima della sfida si surriscalda: Balotelli prende una manata da un romanista sotto la panchina rossonera, persino Tassotti che è un pacifico di natura protesta col quarto uomo Maggioni, colpevole di non aver segnalato l'episodio all'arbitro come pure meriterebbe. In dieci il Milan ha qualche sussulto d'orgoglio (con Balotelli su punizione, con Flamini partito in percussione) mentre la Roma ridisegna negli ultimi 20 minuti lo schieramento del centrocampo (dentro Pjanic e Florenzi al posto di Perrotta poco attivo e Marquinho stanco) per recuperare preziose energie.
Fa discutere invece la rischiosa mossa di Allegri che ripresenta Pazzini d'accordo ma sacrificando Flamini così da rendere meno solida la barriera mediana. E infatti il Milan trema nel finale e rischia addirittura l'osso del collo per un intervento da terra di Constant su Lamela in piena area (Rocchi non vuole altre grane). La chiusura pirotecnica, si fa per dire, è garantita da Totti che rifila una gomitata al vecchio sodale Mexes meritandosi il cartellino rosso inevitabile. Recupero (di ben 6 minuti) giocato perciò in parità numerica con uno scarso numero di emozioni. E adesso c'è l'ultima settimana di passione per il Milan e per Allegri.
Montella e i suoi hanno già in tasca i 3 punti di Pescara, tocca ai rossoneri sudarsi la qualificazione e puntare sul successo pieno a Siena. Certo con Muntari in campo non sarebbe stato garantito il successo ma di certo ha influito e complicato la vita ai suoi. Meriterebbe qualcosa più di una lezione!