Nei momenti di grande emergenza, oltre alle persone, si cerca di salvare le cose più care. E il mondo del calcio improvvisamente scopre che non c'è niente di più caro dei vecchi campionati, quelli che qualcuno magari sarebbe pronto a far passare in secondo piano rincorrendo le superleghe. Nel momento in cui tante certezze ci sprofondano sotto i piedi, nel momento i cui anche lo sport piega la testa davanti al virus maledetto, si cerca di guardare avanti e capire, nelle più ottimistiche delle ipotesi, che cosa si potrà salvare di questa stagione. E alla fine scopri che sì, la Champions sarà anche il torneo dei sogni, ma tutti parlano soprattutto di portare a casa i campionati. D'altra parte si bada all'essenziale, E l'essenziale è quello che interessa centinaia di squadre in tutti i paesi, indipendentemente dai ranking e dal valore commerciale. Squadre di serie A e di serie B, ma tutte convinte che la base del calcio sta proprio lì, nei campionati nazionali. Cercare di salvare il bene di prima necessità in un panorama assolutamente inedito, perché mai si era visto che si bloccasse contemporaneamente tutto lo sport mondiale, dal calcio alla F1, dal ciclismo al tennis a tutti gli altri, fatti salvi (per ora) alcuni rarissimi e persino paradossali casi. Nemmeno l'ultima guerra mondiale aveva fermato tutto, perché allora qualcuno riuscì a salvarsi evitando le bombe: in Spagna la Liga si giocò regolarmente (loro avevano già dato durante la guerra civile) e in America le grandi leghe del baseball e del football fecero lo stesso. Adesso invece la chiusura è totale. Impressionante. Così martedì l'Uefa sacrificherà quasi certamente il suo campionato europeo che celebrava i 60 anni e avrebbe dovuto essere una festa itinerante, ma forse proprio per questo, senza un solo paese organizzatore, sarà meno doloroso il rinvio di un anno. Almeno si salveranno le attività nazionali e i bilanci dei club che avrebbero rischiato il tracollo.
E la Champions? Si pensa persino di assegnarla con una final four o giocando turni in gara unica sacrificando anche lei sull'altare dei campionati. L'importante è che, passata la bufera, ci si ricordi che anche a questi campionati serve una bella cura dimagrante. Le emergenze sono sempre dietro l'angolo.
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