L'Atalanta spedisce la Juve all'inferno. Perché tale è il momentaneo quarto posto in classifica, a meno due dagli stessi orobici (che, in caso di arrivo in parità a fine campionato, avranno il vantaggio degli scontri diretti dopo l'1-1 dell'andata) e con la coppia formata da Napoli e Lazio tutt'altro che rassegnata a rimanerle dietro. Decisivo, nel finale, un tiro di Malinovskyi deviato nettamente da Alex Sandro. La vendetta perfetta nelle stesse ore in cui esplodeva il caso Superlega e un anno dopo la frase di Andrea Agnelli che si interrogava se fosse giusto l'accesso diretto alla Champions dell'Atalanta. All'apparenza, un epilogo fortunato per la Dea: in realtà, la conseguenza quasi logica di quanto accaduto nei minuti precedenti. Ovvero: Gasperini ha trovato qualità dalla panchina, Pirlo no e del resto l'ucraino è risultato decisivo nelle ultime quattro partite dei nerazzurri «partecipando» a 7 reti.
ùNon solo: nessuna squadra, in serie A, ha segnato più reti con giocatori arrivati dalla panchina: addirittura tredici, con nove punti guadagnati di conseguenza. Merito quindi ai lombardi, tornati alla vittoria contro la Juve che in campionato mancava dal febbraio 2001. Quello andato in scena ieri è stato l'ennesimo sberleffo alla stagione di una Signora finita ancora una volta dietro la lavagna. Con Ronaldo rimasto a casa per un fastidio ai flessori e nemmeno portato in panchina: se mercoledì, in casa contro il derelitto Parma, il portoghese si presentasse in campo dal primo minuto per poi giocarne 90 filati, ci sarebbe davvero di che meravigliarsi per un recupero quasi prodigioso. Siccome è prevedibile che finirà così, i bianconeri farebbero allora bene a interrogarsi su quanto CR7 tenga alla causa comune più che ai record personali.
Non è stata comunque una gran partita. Squadre bloccate, Atalanta tornata alla difesa a tre e con Pessina subito in campo dopo avere dimenticato il covid. Juve, di suo, con Cuadrado sulla linea dei difensori e il solito centrocampo con poca qualità perché i piedi dei giocatori in rosa sono quello che sono. Per di più tenendo in panchina Arthur (entrato e male nel finale), il solo a dare davvero del tu al pallone era Cuadrado: ci sarebbe stato anche Dybala ma l'argentino, titolare dopo 98 giorni, non incideva granchè.
Il primo tempo era così tutto in un sinistro dal limite di Pessina e, dopo una palla rubata da Chiesa a Maehle, in una conclusione di Morata intercettata quasi sulla linea da Djimsiti: poco di qua e poco anche di là, con Zapata pronto a mettere il fisico ovunque.
Poi, arrivata la stanchezza, Gasperini chiamava Ilicic e Malinovskyi mentre Pirlo doveva rinunciare all'acciaccato Chiesa: un assist dello sloveno trovava l'inzuccata di Zapata ma il pallone terminava fuori di poco, quindi era Gollini a impegnarsi su Morata in attesa che l'ucraino si impadronisse del match. Prima impegnando Szczesny su punizione e poi superandolo grazie all'involontaria collaborazione di Alex Sandro: notte fonda, per la Juve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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