Il treno dei desideri della Milano che ha riscoperto il basket dominante con l'Emporio Armani passa tossicchiando anche dalla stazione numero 15 vittorie consecutive, piegando 76-71 una Cantù bella, coraggiosa, che avrebbe avuto bisogno di spalle più solide per il maghetto Ragland (27), per uno Stefano Gentile (14) dall'orgoglio smisurato e dalla testa fina, e lascia i suoi fiori agli oltre 12 mila spettatori del Forum facendo saltellare sulla sedia re Giorgio e il suo bel coro dove ormai c'è il Galliani cliente fisso.
Un discorso da regina, con i soliti balbettamenti golosi, tanto per non farsi amare troppo e riconoscere sempre, tipo il passare da più 17 (62-45) al più 2 (67-65) a cavallo del terzo e dell'ultimo quarto.
Sono questi sbalzi d'umore che alimentano le poche speranze di una concorrenza dove sbalordisce tutti la Siena spolpata proprio da Milano, ma ieri seconda da sola dopo la vittoria in volata contro Sassari.
Il laccio rosso della difesa di Luca Banchi porta all'inferno Cantù quando il suo avversario non ha quasi niente da rimproverare agli uomini scelti per misurare il valore dell'Emporio che al Forum ha costruito il fortino.
Testa a testa nel primo quarto (21-18) illuminato da Ragland e Melli, spalla a spalla anche nella seconda frazione fino al meno 1 propiziato da Stefano Gentile impegnato nella lotta famigliare con il fratello Alessandro. Da quel momento, 5' da giocare, si scatena la furia milanese, in mezzo un fallo tecnico alla panchina di Cantù, in mezzo la possibilità di trovare sempre soluzioni vincenti, anche balbettando un po' contro la zona, un vantaggio di 12 punti che l'ennesima magia di Ragland (16 punti, 6 su 7 al tiro) riduce a 9 per l'intervallo lungo (46-37), quello dove l'Emporio porta a canestro ben 9 uomini ( Melli 9, Jarrels, Moss, Ale Gentile 7), subendo soltanto a rimbalzo (14-19) dove si è infilato bene il nuovo acquisto Buva, un croato di 2.08 con braccia lunghe e testa sveglia.
Fuoco sulle tribune per un classico che l'Emporio apre portando sottomaglie con il numero 6, quello che aveva il Flavio Portaluppi disturbato spesso dalla curva anche se come amministratore delegato sta lavorando benissimo.
Nel terzo quarto Milano sfinisce Ragland e quando lui va a riposare Jenkins (0-6) e Aradori (2-5) sembrano conigli bagnati. La goccia scava lentamente fino al 62-45 a 2' dall'intervallo. Stefano Gentile decide che non ci può essere resa e al riposo il 64-52 è una ferita meno grave. Una speranza che diventa incubo quando Cantù torna a due lunghezze.
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