Bagnaia-Ducati, doppietta italiana 50 anni dopo Agostini

Era dal 1972 che non si verificava una doppietta italiana iridata nella classe regina. L'ultimo a trionfare in sella a una moto italiana fu Giacomo Agostini con la MV Agusta

Bagnaia-Ducati, doppietta italiana 50 anni dopo Agostini

Pecco Bagnaia conquista il titolo irididato sulla pista di Valencia, portando a termine una rimonta storica. Un italiano campione del mondo sulla Ducati una moto italiana, un risultato storico visto che in MotoGp non era mai successo che un binomio tutto italiano centrasse il titolo iridato.

L'unico Mondiale piloti nel palmares della Ducati era stato conquistato nel 2007 dall'australiano Casey Stoner mentre i sei titoli di Valentino Rossi erano arrivati sempre in sella a una moto giapponese, Honda prima e Yamaha dopo. Pecco e la sua Desmosedici centrano dunque un’impresa equiparabile al dominio di Giacomo Agostini in 500 con la MV Augusta o, andando ancora più indietro, alla doppietta mondiale - sempre in 500 - di Umberto Masetti con la Gilera.

L'impresa di Bagnaia e della casa di Borgo Panigale è però ancora più grande proprio perché inattesa e arrivata ribaltando tutti i pronostici della vigilia. Dopo una partenza da incubo (appena un punto fra Qatar e Indonesia), il Mondiale di Bagnaia è stato come le montagne russe: vittorie a Jerez e al Mugello, ritirato in Francia, Catalogna e Germania. Tutto a vantaggio di Fabio Quartararo, che nonostante una M1 non sempre competitiva otteneva vittorie e piazzamenti che lo mandavano in fuga.

Al giro di boa, dopo dieci Gp, erano 91 i punti di vantaggio del francese sull’italiano, che sembrava avviato inesorabilmente verso il bis iridato. "Quartararo è l’unico che non fa errori ed è ciò che fa la differenza", commentava rassegnato il pilota torinese dopo la caduta al Sachsenring. Ma ad Assen, ultima gara prima della sosta estiva, arriva la svolta: Quartararo cade, buttando giù pure Espargarò, la Ducati trionfa e Bagnaia risale a -66. Alla ripresa arrivano altri tre successi, un secondo e un terzo posto, con l’unica nota negativa rappresentata dal ritiro a Motegi, dove finisce a terra proprio mentre cerca di soffiare l’ottava piazza al rivale. In Australia, arriva il sorpasso: Quartararo incassa un altro zero mentre l’italiano acciuffa un terzo posto che lo proietta per la prima volta in testa al Mondiale, a +14 sul fuoriclasse della Yamaha.

A Sepang non riesce a sfruttare il primo match-point ma la festa è solo rimandata e a Valencia Pecco riesce là dove Valentino Rossi prima e Andrea Dovizioso poi

avevano fallito. Così nella prima stagione del motomondiale orfana, dopo 26 anni di Valentino, la corona della MotoGP va a Pecco Bagnaia. Un italiano in sella a una moto italiana in cima al mondo nella classe regina.

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