nostro inviato a Firenze
Da reietto della Nazionale a figliol prodigo con Mancini nuovo ct. È iniziato all'insegna del basso profilo fuori dal campo e con il sorriso dentro uno dei bellissimi rettangoli verdi di Coverciano il secondo atto di Mario Balotelli in azzurro. Se Ventura avesse conquistato il Mondiale, l'attaccante del Nizza sarebbe già stato reintegrato nella rosa della Nazionale a marzo scorso per le due amichevoli in Inghilterra. Invece per vestire la maglia azzurra dopo 4 anni ha dovuto attendere l'arrivo di chi lo aveva promosso in prima squadra all'Inter e lo aveva fatto crescere al City tra una balotellata e l'altra come quella lite nel gennaio 2013 che segnò la separazione improvvisa tra i due.
«Lo ritrovo dopo cinque anni, era un grande giocatore già da molto giovane, poi non ha mantenuto tutte le promesse - così Mancini -. Ma negli ultimi due ha fatto bene, è maturato perché è diventato papà, io ho fiducia, dipende tutto da lui».
E lui, Mario, dopo una stagione super al Nizza (37 presenze, 26 gol) e con le sirene del nuovo Napoli di Ancelotti che suonano sempre più forti, ha deciso di giocarsi la sua ultima occasione azzurra al meglio: niente arrivo in Ferrari a Coverciano, torello e una sorta di free-style calcistico (tra palleggi di testa e di piede) sotto gli occhi stupiti di Insigne al termine delle prime prove tattiche svolte da Mancini.
La sensazione è che giocherà parecchi minuti nelle tre gare che la Nazionale affronterà in otto giorni, una per altro nello stadio in cui è stato protagonista. Se tornerà quello dell'Europeo 2012, come si augura il ct, ci sarà da divertirsi.
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