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Barça in rosso e sceicchi folli La Champions così è «falsata»

Barça in rosso e sceicchi folli  La Champions così è «falsata»

Il presidente del Barça La Porta ha aperto i cassetti e tirato fuori i conti del club. Sono cifre da brividi. In qualsiasi altro settore industriale, bisognerebbe consegnare i libri in tribunale. Le perdite sono stimate in 481 milioni (per 91 ha inciso il covid), i ricavi a quota 655, il costo degli stipendi è pari a 617 milioni, il 103% del fatturato, i debiti sono saliti a 1.136. Tra le carte sono emersi anche contratti stravaganti: per esempio uno da 8 milioni (spese a parte) assicurato a un fortunato osservatore!

Se mettiamo insieme questi numeri e, senza essere precisi all'euro, passiamo alle spese folli del PSG (9 portieri sotto contratto) concluse con il mega stipendio a Messi, possiamo concludere che il famoso, anzi famigerato financial fair play, è da considerare ormai una barzelletta. E all'obiezione di chi ricorda che negli anni novanta, le spese di Juve (Agnelli-Fiat), Inter (Moratti col patrimonio personale) e Milan (Berlusconi-Fininvest), erano paragonabili a quelle attuali dei due sceicchi e ai debiti accumulati da Real e Barça, c'è una risposta elementare: allora non c'era il FFP.

Nel frattempo l'Uefa, invece di sedersi al tavolo con i tre ribelli della Super lega e studiare una soluzione, continua a ignorare il tema del deficit finanziario del calcio europeo e a lanciare minacce sconclusionate mentre l'Eca riaccoglie i 9 che si sono dati alla fuga (Inter e Milan compresi). Per fortuna c'è uno spirito libero a Monaco di Baviera, il presidente del Bayern Herbert Hainer: «Così il FFP non funziona, per una concorrenza leale servono regole rispettate da tutti con conseguenze evidenti».

Come si può pensare che la prossima edizione della Champions sia regolare se ci sono club che partecipano senza rispettare alcun vincolo, spendono all'impazzata godendo dei fondi di uno stato (Qatar) o dei prestiti di banche mentre i rivali hanno i conti in ordine oppure fanno investimenti compatibili con le entrate? È come se ci sedessimo a un tavolo da poker sapendo che uno o due concorrenti hanno credito illimitato. Se perdono una o due mani, c'è chi paga e possono rilanciare all'infinito.

Come fanno ora i parigini.

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