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Bartali, Coppi e Casartelli La tappa invisibile nel giorno del ricordo

Il 18 luglio data importante: nel 1949 l'impresa di Gino e Fausto. Nel 1995 il dramma di Fabio

Bartali, Coppi e Casartelli La tappa invisibile nel giorno del ricordo

Bagnères-Bigorre Diciamolo subito, con il massimo rispetto per Simon Yates che ieri ha vinto davanti allo spagnolo Pello Bilbao e al tedeschino Gregor Mühlberger: questa tappa non passerà alla storia.

È difficile che il 18 luglio 2019 venga ricordato sui libri di storia. Non pensiamo che il ritiro di Giacomo Nizzolo possa valere tanto, così come per il nostro Giulio Ciccone l'aver concluso la tappa con la maglia gialla Julian Alaphilippe non è un dato così sconvolgente. Per un attimo si è temuto il peggio per il 29enne australiano Rohan Dennis: si ritira senza un'evidente ragione. Scende di bicicletta e senza proferire verbo con alcuno, se ne va a bordo della macchina del suo procuratore. Crisi di nervi, si scoprirà poi. Il team: «Confusi, contavamo su di lui nella crono. Ce l'aveva coi materiali? Lui vuole sempre il 100%...». Insomma, siamo alla cronaca, che nulla ha a che fare con la storia. E dire che il 18 luglio per il mondo del ciclismo e non solo, qualcosa evoca e dice. La Dimension Data for Qhubeka, formazione sudafricana, ieri ha celebrato il Mandela Day: tutte le bici avevano il nastro manubrio, la catena e le borracce arancioni con le parole ispiratrici di Mandela. Il ciclismo è sport che non dimentica, il Tour è il palcoscenico ideale per ricordare.

Era il 18 di luglio di ventiquattro anni fa, quando lungo la discesa del Portet-d'Aspet, Fabio Casartelli perde la vita. Così come era il 18 luglio del 1914 quando Gino Bartali viene al mondo. Ed è sempre un 18 luglio del 1949, settant'anni fa, quando quei due là scrivono una delle pagine più belle della storia del ciclismo di tutti i tempi. Si corre la 16ª tappa da Cannes a Briançon ed è qui che, dopo le schermaglie iniziali, Bartali parte all'attacco. Coppi lo insegue e lo aggancia sull'Izoard. Era un 18 luglio al traguardo di Briançon vince Bartali, Coppi non tenta nemmeno la volata: per Bartali è il 35esimo compleanno e Ginettaccio lo festeggia indossando la maglia gialla. Il giorno dopo ad Aosta il Campionissimo però vince e veste la maglia gialla. È trionfo. E soprattutto è storia.

Ieri, 18 luglio 2019, qualcosa in verità succede: diventa ufficiale il successo di Chris Froome alla Vuelta 2011, tolta un mese fa a Juan Cobo per doping. «Meglio tardi che mai» è il commento social di Froome, che diventa il primo inglese a vincere una grande corsa a tappe (il Tour di Wiggins è del 2012), oltre che il primo di sempre a conquistare un Grande Giro dal letto di ospedale.

Oggi 19 luglio: crono di 27 chilometri a Pau. Alaphilippe spera di difendere la maglia gialla dall'attacco di Geraint Thomas. C'è da difenderla per 72. L'impresa vale una maglia gialla in più nel giorno in cui la maglia compie cento anni.

Arrivo 12ª tappa Toulouse-Bagneres de Bigorre: 1) Simon Yates (Aus, Mitchelton) km 210 in 4h 57'53'' (media 42,20), 2) Bilbao (Spa) st, 3) Muhlberger (Aut) st, 4) Benoot (Bel) a 1'28'', 5) Felline st, 6) Trentin, 31) Alaphilippe (Fra) a 9'35'', 76) Aru st, 110) Nibali a 18'58''.

Classifica: 1) Julian Alaphilippe (Fra, Deceuninck) in 52h 26'09'', 2) Thomas a 1'12'', 3) Bernal a 1'16'', 4) Krujiswijk (Ola) a 1'27'', 8) Quintana a 2'04'', 10) Pinot a 2'33'', 24) Aru a 5'57'', 44) Nibali a 26'03''.

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