Batticuore Croazia Subasic vince ai rigori la sfida dei giganti

Schmeichel ne para uno a Modric nei supplementari. ma alla Danimarca non basta

Batticuore Croazia Subasic vince ai rigori la sfida dei giganti

Se non ci fosse un minimo di follia, non sarebbero croati. Geni con il pallone tra i piedi ma spreconi dal dischetto. Ma i tre errori dagli undici metri pesano meno di quelli della Danimarca, che interrompe la sua favola sul tiro di Rakitic. Che dieci anni fa, quando era più giovane e senza i tanti trofei messi poi nella sua bacheca, lo sbagliò con la Turchia a Vienna nei quarti degli Europei. I nipotini dei «brasiliani dei balcani», che venti anni fa arrivarono sul podio iridato, cercano di avvicinare i loro predecessori.

Non sono bastati i miracoli del portierone danese Kasper Schmeichel, che sotto gli occhi di papà Peter campione europeo nel 1992, para tre rigori, superando l'impresa compiuta in Champions con la maglia del Leicester nella sfida con il Siviglia. Il primo a Modric sui titoli di coda dei supplementari, che rischia di rendere amara la notte del talento del Real, gli altri a Badelj e Pivaric. Più bravo di lui si rivela l'altro gigante dei pali, il collega Subasic, che si fa perdonare il pasticcio dopo nemmeno un giro di lancette (si butta in porta il tiro non irresistibile di Mathias Jorgensen) ma poi sventa tre penalty nella lotteria che decide la sfidante della Russia. Nei quarti sarà dunque sfida, inedita in una grande competizione, tra due figlie della disgregazione di grandi paesi dell'Est.

Timore misto a rispetto dell'avversario da parte di entrambe le squadre, ecco che la gara scorre via con rari strappi e giocate di classe. Modric ed Eriksen sono a lungo oscurati in partita e protagonisti in negativo dal dischetto nel finale (anche se il centrocampista del Real si farà perdonare segnando quello più importante). Il primo, per la verità confinato per un tempo in mediana dal ct Dalic, tenta di costruire le solite geometrie ma non riesce quasi mai a concludere contro i vichinghi; il giocatore del Tottenham secondo si fa notare per un tiro che va a scheggiare la traversa, ma più per casualità.

Cinque giocatori della serie A in campo, con l'interista Perisic e Rebic propositivi ma la mole di cross viene sventata dai lunghi della retroguardia danese. L'attacco scandinavo, con Cornelius titolare ma inconcludente, non crea grandi pericoli. Ma la squadra di Hareide è insidiosa sulle palle inattive, basta guardare la prima azione del match: rimessa lunga di Knudsen, terzino che milita nell'Ipswich Town (seconda serie inglese), sei scandinavi in area per cercare la zuccata e il già raccontato errore di Subasic. Un pasticcio al quale risponde Mandzukic che sfrutta un altro strafalcione difensivo, con Dalsgaard (altro terzino della Championship inglese, gioca nel Brentford) che spara il pallone su Christensen e favorisce il tocco sotto porta dello juventino.

Le emozioni si fermano qui, con la prudenza che la fa da padrona. Fino alla fuga di Rebic che si conquista il penalty fallito da Modric a 4 minuti dai rigori. Che poi comunque premiano i croati. Ora, da geni, vorrebbero diventare credibili nella difficile corsa alla Coppa.

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